Aurora ha 19 anni e si è da poco iscritta a corso di laurea in informatica dell’Università La Sapienza di Roma, frequentato da circa 300 ragazzi, dei quali 290 (o poco meno) sono di sesso maschile. Un giorno, uno dei suoi compagni le ha chiesto: “Ma tu che ci fai qui? Ne capisci di informatica?”. “Sulle prime non sapevo cosa rispondere e sono rimasta un po’ turbata. Ma adesso non vedo l’ora di vedere i risultati dei primi esami. Saranno la mia migliore risposta”.

Aurora è una delle ragazze che ha partecipato alla scorsa edizione del progetto “Coding Girls” e ha trovato nel pensiero computazionale e nella programmazione non solo un motivo di studio o un possibile lavoro futuro, ma anche e soprattutto un vero e proprio strumento con il quale mettere alla prova la capacità di creare e innovare.

Coding Girls è un progetto nato tre anni fa su iniziativa della Fondazione Mondo Digitale, con il supporto dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia e Microsoft, che si prefigge un obiettivo ambizioso quanto necessario: accelerare il raggiungimento della parità di genere nel mondo del lavoro e, in particolare, in quei settori che riguardano le discipline STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics).

Per i laureati italiani in materie tecnico-scientifiche, il tasso di occupazione è superiore al 90% (Almalaurea 2017), eppure, il 39% dei giovani ha conseguito una laurea in facoltà umanistiche e sociali. Per quanto riguarda il “gender gap”, a livello mondiale risulta che solo il 20% delle donne è impiegato nel settore ICT. 

La condizione delle donne è un obiettivo specifico dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU (Goal 5) ma la strada per colmare questo divario è ancora molto lunga. In Italia, ad esempio, è aumenta la percentuale di donne presenti in Parlamento e nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa ma il tasso di occupazione femminile rimane in fondo alla graduatoria europea. Su questo aspetto, particolarmente critica apparare la situazione delle donne nelle professioni dell’economia digitale: poche ricoprono ruoli tecnici innovativi: circa il 25% tra i Big Data Engineer e il 15-20% tra gli esperti in Internet of Things, Cyber Security e Data Protection.

Il problema del gender gap ha ricadute anche in termini di perdite economiche che in Italia assumono il valore del 15% di Pil in meno.

Le nuove generazioni di ragazze possono essere la scala di cristallo che avvicina l’obiettivo della parità di genere nel lavoro”, afferma Mirta Michilli, direttore generale- Fondazione Mondo Digitale, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione dell’associazione “Coding Girls”, nata dalla volontà delle ragazze che negli anni hanno partecipato al progetto.

Sviluppo, opportunità e tecnologia del futuro sono i fattori che incidono in maniera decisiva sul mondo di domani”, ha aggiunto Kelly Degnan, Deputy Chief of Mission dell’Ambasciata americana a Roma, “Favorire gli studi scientifici è fondamentale per creare possibilità di sviluppo in ambiti diversi”.


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