Sono tempi tristi e bui quelli durante i quali, in una società civile, una donna non può sentirsi al sicuro girando per le strade della città dove vive, studia o lavora. I dati sul tema, insieme alle notizie di cronaca recente, non forniscono un quadro rassicurante: secondo un’analisi Istat, diffusa a marzo 2017, il numero delle donne che ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale passa i 6 milioni in Italia, mentre sono oltre 3 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che sono state vittime di stalking.

Numeri troppo alti, contro i quali il classico spray al peperoncino in borsa, può non bastare per anticipare il malintenzionato e mettersi in salvo. La ricerca di maggior sicurezza, soprattutto in situazioni di preoccupazione, ansia o pericolo, reale o solamente percepito, è una condizione ampiamente condivisa.

Un aiuto diretto e personale può arrivare dal mondo della tecnologia. Difficilmente si esce fuori di casa senza il cellulare e ci sono ormai diverse applicazioni per smartphone che si propongono di migliorare la percezione della sicurezza.

Le più note sono state messe a confronto da un gruppo di esperti del portale QualeScegliere.it che ha messo in evidenza le caratteristiche di ognuna allo scopo di aiutare gli utenti a fare una scelta orientata all’affidabilità e soprattutto alle specifiche necessità.

Una delle più note applicazioni di pronto intervento si chiama SecurWoman 2.0. È compatibile con sistemi iOS e Android, ha un’interfaccia pulita ed intuitiva e può quindi essere usata da tutte, a prescindere dalla familiarità che si ha con gli strumenti tecnologici. Mette a disposizione i principali sistemi di sicurezza: permette di essere geolocalizzarsi, di attivare segnali per attirare l’attenzione o disorientare, ed allontanare, eventuali malintenzionati (grazie a suoni e segnali luminosi). Basta un tocco su un pulsante per chiamare direttamente i numeri di emergenza e, grazie all’esistenza di una community che mette in relazione tutti gli utenti, permette di segnalare la presenza di eventuali pericoli agli altri utilizzatori nei paraggi. È disponibile solo in italiano ed è una delle poche soluzioni a pagamento: prevede infatti un canone mensile di 2,99 euro per una serie di servizi extra.

Questa applicazione, infatti, non si occupa solo di sicurezza in termini di prevenzione, ma anche di rimedi, grazie ad un’assicurazione che copre furto e scippo, assistenza medica, ripristino serratura e rifacimento chiavi o documenti. Ha la funzione “outdoor”: basta tirare il cavetto delle cuffie per ricevere soccorso immediato. La Centrale Operativa può tenere compagnia telefonicamente in caso di bisogno; è attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, disponibile in due lingue (italiano ed inglese) e può interfacciarsi, se serve, con le Forze dell’Ordine e di Primo Soccorso.

Siamo Sicure! offre, in aggiunta al pronto intervento, anche un decalogo di comportamento, gratis che segnala i comportamenti migliori per scoraggiare eventuali aggressori o per essere pronte ad affrontarli. Anche in questo caso l’interfaccia è semplice ed immediata: da un unico “ambiente virtuale” che mostra quattro pulsanti, è possibile attivare allarmi sonori o luminosi (anche il segnale codificato luminoso di SOS); far partire una chiamata di emergenza al 112; inviare, con due soli “tap”, un SMS di richiesta di aiuto (con indicazione della propria posizione ai destinatari tramite tracciamento del GPS). 

Ideata e realizzata da Soroptimist International per la prevenzione della violenza contro le donne, S. H. A. W. oltre ai tasti di chiamata rapida al 112 o al 1522 (snodo operativo delle attività di contrasto alla violenza di genere e stalking), permette alle utenti di individuare i centri antiviolenza o di ascolto più vicini alla propria posizione, tramite liste, mappe o ricerche avanzate, regione per regione. Nella sezione “Leggi” sono sintetizzati i principali aspetti legislativi relativi ai reati di violenza sessuale, con un focus aggiuntivo sullo stalking. È una soluzione gratuita e disponibile sia su Apple Store, sia sul market Google Play.

bSafe è una delle più note app di tracciamento. È adatta a chi è pratico di social network e non ha problemi con l’inglese. L’app, disponibile gratuitamente per iOS e Android, è infatti disponibile solo in questa lingua. Le funzioni la rendono adatta soprattutto alle più giovani: come un social network, permette di creare una rete di amici o familiari all’interno della quale indicare il contatto principale da avvisare in caso di pericolo; il pulsante “Alert Friends” consente di avvisare i contatti della rete in caso di bisogno, di lanciare un allarme sonoro, di registrare video e audio e di inviare immediatamente la propria posizione; è possibile anche invitare gli amici a seguire l’utilizzatore nei suoi spostamenti, tramite tracciamento GPS e in caso di percorsi poco sicuri.

La funzione “Fake Call”, inoltre, simula una chiamata in entrata per allontanarsi da qualcuno, utile anche in caso di appuntamenti al buio che non stanno andando come ci si aspettava; mentre, la funzione “Follow Me with Timer” permette di definire la durata di un’attività; se non si fa check-in in tempo e non si sposta la scadenza, l’allarme allerta gli amici del ritardo.

Solo per alcune regioni italiane, è disponibile la app ufficiale del NUE 112: Where Are U. Un’interfaccia abbastanza chiara e la gratuità contraddistinguono questa soluzione connessa direttamente alle Centrali Uniche di Risposta del NUE 112 (Numero Unico di Emergenza europeo con il quale richiedere l’intervento di Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e Soccorso Sanitario), che vede tra i partner il Ministero dell’Interno, la Regione Lombardia e la Regione Lazio. Permette di contattare immediatamente i soccorsi della propria zona, inviando la posizione all’operatore del 112 che sta gestendo l’emergenza. Attualmente è disponibile solo in alcune zone: Lombardia, provincia di Roma, Liguria, Friuli Venezia Giulia, provincia di Trento, Catania, Caltagirone, Siracusa e Ragusa.

Oltre ad una “vicinanza” virtuale con gli operatori di emergenza della propria zona, permette anche una “chiamata muta”. Nel caso in cui si sia fisicamente impossibilitati a parlare, la app consente di chiamare e di segnalare tramite appositi pulsanti il tipo di soccorso richiesto. Oltre che per iOS e Android, è disponibile anche per Windows Phone.

“Che si tratti di rendere più rapida, semplice ed efficace una richiesta di aiuto o di inviare un segnale d’allarme, le situazioni in cui queste applicazioni possono essere utili sono molte: portare il cane fuori la mattina presto o in tarda serata, andare a correre quando c’è poca gente o nessuno per strada, riprendere l’auto da un parcheggio isolato, rientrare tardi di notte, fare un’escursione in solitaria o magari uscire per un appuntamento con uno sconosciuto”, commenta Luisa Esposito, una degli esperti di QualeScegliere.it che ha testato tutte le app prese in esame.

Ben venga la tecnologia, se serve a dare più sicurezza e offrire servizi che possono evitare situazioni drammatiche, ma non possiamo fare a me di porci una domanda: Perché deve essere necessario tutto questo? Perché per uscire di casa ci deve essere bisogno di essere collegati alle forze dell’ordine, di geolocalizzarsi, di allertare automaticamente amici e parenti? Perché il sacrosanto diritto alla libertà individuale deve essere ingabbiato e sacrificato? Forse resterà solo utopia, ma sarebbe bello se un giorno il rispetto per le donne si diffondesse al punto da essere dato per scontato senza il bisogno di doverlo ribadire e richiamare ad ogni triste occasione.

 

Notizia pubblicata il 13/09/2017 ore 17.32


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