Crisi acqua Roma, Consumatori: battaglia politica sulle spalle dei cittadini?
La crisi dell’acqua a Roma è una battaglia politica a scapito dei cittadini? Il timore serpeggia fra le associazioni dei consumatori, preoccupate di quanto sta accadendo nella Capitale, minacciata dal rischio di un razionamento dell’acqua. L’Italia tutta è nella morsa della siccità, dieci Regioni sono pronte a chiedere lo stato di calamità naturale e Roma è in piena emergenza. Si rischia lo stop alla fornitura di acqua per un milione e mezzo di cittadini a partire dal 28 luglio, dopo l’annuncio della Regione di porre termine alla captazione nel lago di Bracciano per salvare il bacino idrico.
Roma rischia dunque di rimanere senz’acqua. La minaccia si rincorre da giorni, con lo scontro in atto fra Regione Lazio e Acea. La prima ha infatti deciso di sospendere i prelievi di acqua dal Lago di Bracciano a partire da venerdì 28 luglio per evitare il disastro ambientale, mentre Acea ha accolto la decisione della Regione con l’annuncio di uno stop a turno nell’erogazione d’acqua nella Capitale. Questa porterebbe al razionamento per un milione e mezzo di romani.
La crisi del lago di Bracciano e il rischio di razionamento dell’acqua “rischia di diventare una mera bagarre politica tra accusatori ed accusati su un sistema, quello idrico, che pare ingestibile”, dice di fronte a questa situazione il Codici, per il quale “a parte gli interventi sulle tubature e la dispersione della rete idrica che è un colabrodo con dispersioni che arrivano fino al 44%, si renderà necessario, alla luce dei fenomeni relativi alla siccità che non saranno più emergenze date dalla contingenza, ma fenomeni a cui dovremo prepararci sempre più spesso, rimettere mano al Piano Regolatore degli Acquedotti del Lazio e censire con minuziosità i consumi ed i prelievi”. L’associazione ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma. “Si rendono necessari cambiamenti radicali per la gestione e il consumo della risorsa idrica nel Lazio, non lo svuotamento delle riserve, questo è il presupposto da cui partire, né tanto meno utilizzare l’acqua potabile per irrigare i campi”.
Di fronte alla situazione di Roma il timore del Movimento Difesa del Cittadino è che si stia in realtà giocando una battaglia politica che verrà pagata solo dai cittadini. L’associazione annuncia che invierà un esposto alla Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed i Servizi Idrici chiedendo di verificare le ragioni per cui Acea non effettua una gestione della rete che riduca la percentuale di dispersione e disponga un indennizzo in bolletta per gli utenti che resteranno senza acqua. Sostiene il presidente di MDC Francesco Luongo: “E’ a dir poco scandaloso che la Capitale d’Italia debba trovarsi in questa situazione di fronte ad un fenomeno che, molto probabilmente, si ripeterà anche nei prossimi anni. Viviamo ormai nel pieno della stagione dei cambiamenti climatici e non possiamo permetterci di avere una rete idrica della capitale che disperde lungo il percorso il 44% dell’acqua, a fronte di una media nazionale del 38%, sprecando quasi la metà di una risorsa che diventa sempre più preziosa. Il Lazio si colloca tra le Regioni più sprecone di Italia, con una media del 60% e punte di dispersione che toccano il 65% nella zona di Latina. Questo grazie ad un’azienda municipalizzata che ha imposto negli ultimi anni diversi aumenti delle tariffe. Soltanto nel 2016 l’andamento dei ricavi da servizio idrico integrato ha registrato un aumento di 46,6 milioni di euro, per effetto degli aggiornamenti tariffari generosamente approvati dalla dall’AEEGSI “.
“Il nostro timore – sostiene Luongo – è che a Roma si stia giocando in realtà una battaglia politica tra la Regione, che ha bloccato i prelievi d’acqua dal lago di Bracciano e la multiutility, controllata dal Comune, che bolla come illegittimo il provvedimento e risponde con un piano di razionamento intollerabile con temperature che superano i 40°”. Il Movimento Difesa del Cittadino aderisce alla denuncia di Legambiente, secondo cui lo stop della Regione alle captazioni da parte di Acea è un atto necessario per salvare il lago di Bracciano, che ha raggiunto un livello sotto di 140 cm dallo zero idrometrico. Il rischio per l’associazione dei consumatori è che “a fare le spese di questa malagestione saranno soltanto i cittadini romani che da venerdì si troveranno ad affrontare turni di 8 ore senza acqua”.