Le piattaforme di file sharing violano il diritto d’autore. Anche se sono gli utenti a caricare le opere protette dal diritto d’autore, gli amministratori della piattaforma di condivisione svolgono un ruolo fondamentale. La fornitura e la gestione di una piattaforma di condivisione online di opere protette, qual è The Pirate Bay, può dunque costituire una violazione del diritto d’autore: è una recente pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea.

The Pirate Bay permette agli utenti di condividere e scaricare file torrent con opere in gran parte protette dal diritto d’autore, spiega la Corte, alla quale si è rivolta la Corte suprema dei Paesi Bassi investita della querelle fra due fornitori di accesso a internet e una fondazione che protegge gli interessi dei titolari del diritto d’autore. La Corte suprema dei Paesi Bassi ha chiesto alla Cgue se una piattaforma quale The Pirate Bay effettui effettui una «comunicazione al pubblico» ai sensi della direttiva e possa pertanto violare il diritto d’autore.

La Corte di Giustizia ha risposto in modo affermativo, stabilendo che “la fornitura e la gestione di una piattaforma di condivisione online devono effettivamente essere considerate un atto di comunicazione al pubblico ai sensi della direttiva”. Nella pronuncia, resa nota ieri, la Corte sottolinea che nel caso della piattaforma di file sharing “è pacifico che opere protette dal diritto d’autore sono messe, mediante «The Pirate Bay», a disposizione degli utenti di tale piattaforma, di modo che questi possono accedervi dal luogo e nel momento che scelgono individualmente”.

Anche se le opere in questione vengono messe online dagli utenti la Corte sottolinea che “gli amministratori della piattaforma svolgono un ruolo imprescindibile nella messa a disposizione di dette opere” perché si occupano dell’indicizzazione dei file torrent, in modo che le opere cui rinviano possono essere facilmente localizzate e scaricate, suddividono le opere in categorie, provvedono a eliminare i file torrent obsoleti o errati e a filtrare contenuti. Le opere, prosegue la Corte, “sono effettivamente comunicate a un pubblico” e la piattaforma viene fra l’altro usata da milioni di utenti.

Prosegue la Corte: “Gli amministratori di «The Pirate Bay» sono peraltro stati informati del fatto che la loro piattaforma dà accesso ad opere pubblicate senza l’autorizzazione dei titolari di diritti. Inoltre, gli stessi amministratori manifestano espressamente, sui blog e sui forum disponibili sulla piattaforma, il loro obiettivo di mettere a disposizione degli utenti opere protette, incitando questi ultimi a realizzare copie di tali opere. In ogni caso, dalla decisione dello Hoge Raad risulta che gli amministratori di «The Pirate Bay» non possono ignorare il fatto che tale piattaforma dà accesso ad opere pubblicate senza l’autorizzazione dei titolari di diritti. Infine, la messa a disposizione e la gestione di una piattaforma quale «The Pirate Bay» – conclude la Corte Ue – sono realizzate allo scopo di trarne profitto, dal momento che tale piattaforma genera, come risulta dalle osservazioni presentate alla Corte, considerevoli introiti pubblicitari”.

 

Notizia pubblicata il 15/06/2017 ore 09.45


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