Giornata mondiale della libertà di stampa. Tajani: “fondamento della democrazia”
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. È scritto chiaramente, all’articolo 21 della Costituzione italiana. In chiave europea, la libertà di espressione e di stampa si declina nell’articolo 10 della Convezione europea dei diritti dell’uomo. “Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera”.
Per sottolineare l’importanza della libertà di stampa nel contesto delle democrazie mondiali, si celebra ogni anno il 3 maggio una giornata mondiale dedicata a questo diritto fondamentale dell’uomo.
Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993, la giornata rappresenta da un lato un’occasione per promuovere azioni concrete e iniziative finalizzate a difendere la libertà della stampa, ma dall’altro è anche un’opportunità per valutare la situazione della libertà di stampa nel mondo; è una giornata destinata a richiamare l’attenzione, allertare e sensibilizzare il pubblico, stimolare dibattiti tra i professionisti dei media, oltre a essere una giornata commemorativa, per ricordare i giornalisti che hanno perso la vita nell’esercizio della professione.
La Federazione nazionale della stampa italiana ha promosso tre manifestazioni: a Reggio Calabria, Torino e Milano. A Reggio Calabria, insieme con il Sindacato giornalisti della Calabria, l’Ordine dei giornalisti e l’Inpgi, la Fnsi celebrerà con una iniziativa nazionale alla quale parteciperanno, tra gli altri, il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Gennaro Migliore, il segretario generale Raffaele Lorusso e il segretario generale aggiunto, Carlo Parisi, il direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, presidente e vicepresidente dell’Inpgi, Marina Macelloni e Giuseppe Gulletta, e il direttore generale dell’Inpgi, Mimma Iorio.
A Torino, Associazione Stampa Subalpina, Ordine dei giornalisti del Piemonte e Unione nazionale cronisti italiani hanno organizzato la decima edizione della Giornata della memoria dei giornalisti uccisi da mafie e terrorismo, dedicata quest’anno al ricordo di Carlo Casalegno.
A Milano, infine, nell’ambito del Festival dei diritti umani, dedicato quest’anno al tema della libertà di espressione, la Fnsi e l’Associazione Lombarda Giornalisti saranno presenti, insieme con la Federazione europea dei giornalisti, al convegno “Il pericolo non dovrebbe essere il mio mestiere. Il giornalismo tra censure, minacce e guerre”. Parteciperanno Nadia Azhghikina, Alessandra Ballerini, Paolo Borrometi, Anna Cataldi, Amalia De Simone, Anna Del Freo, Gabriele Dossena, Giuseppe Giulietti, Ahmet Insel, Paolo Perucchini, Rino Rocchelli e Elisa Signori. Al termine del convegno sarà inaugurata la mostra fotografica dal titolo “Dall’ultimo fronte. L’Ucraina di Andy Rocchelli e Andrey Mironov”, patrocinata dalla Federazione nazionale della stampa italiana.
Dall’Europa arriva il messaggio del Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che ha dichiarato: “La vera democrazia non può esistere senza la libertà di stampa. Senza questo tipo di libertà non può esserci controllo sulla politica, trasparenza, lotta alla corruzione, buon governo e libertà di scelta. Per questa ragione, l’Unione Europea è il più forte difensore di questo fondamentale diritto in tutto il mondo”.
Purtroppo, come sottolinea l’organizzazione Reporter Senza Frontiere la libertà di stampa è fortemente minacciata: molti corrispondenti denunciano come i giornalisti vengano intimiditi – non solo nei regimi autoritari – ma anche in paesi che sono di solito considerati democratici.
La Turchia è diventata probabilmente la “più grande prigione al mondo per chi opera nei media”, sottolinea Tajani. Secondo il Centro per la Libertà di Stoccolma circa 200 giornalisti sono stati imprigionati e 150 organi di stampa sono stati chiusi a seguito del colpo di stato dello scorso anno. Molti giornalisti sono in prigione e oppressi in Cina, Russia, Bielorussia, in alcuni paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia. “Il Parlamento europeo difenderà sempre queste ingiustizie, condannando ogni tentativo di censurare i giornalisti”.