In dieci anni le tariffe dell’acqua sono volate di oltre l’89%. La raccolta rifiuti è aumentata del 52%. Tariffe in su di oltre il 46% per i trasporti ferroviari passeggeri. E pure pedaggi, parcheggi e servizi postali aumentano tutti di oltre il 40%. L’inflazione, invece, dal 2006 al 2016 è aumentata del 15,7%. Cosa significa? Che le tariffe dei servizi essenziali sono aumentate oltre il doppio dell’inflazione in dieci anni e pesano sempre di più sui bilanci delle famiglie, provate fra l’altro da redditi fermi e dall’erosione del potere d’acquisto. Nel boom delle tariffe fa eccezione solo il gas, che si limita a più 7,3%. E i servizi di telefonia che vedono addirittura una flessione di oltre il 15%.

tariffeL’analisi sull’andamento delle tariffe fatta da Federconsumatori riguarda i dieci anni di dieci servizi essenziali: acqua potabile, raccolta rifiuti, trasporti urbani, taxi, trasporti ferroviari, parcheggi e pedaggi, servizi postali, gas uso domestico, energia elettrica e telefonia. Nell’ultimo decennio le tariffe sono aumentate in media di oltre il 34% a fronte di un’inflazione che segna più 15,7%. Il costo di questi servizi pesa dunque in modo sempre maggiore sulle famiglie a tutto discapito di altre voci, come i consumi.

Nel decennio 2006-2016 segnano un vero e proprio boom le tariffe dell’acqua, che volano a + 89,2%; seguono quelle dei rifiuti a + 52,1%, quelle dei pedaggi autostradali e dei parcheggi a + 42,5%, quelle dei trasporti ferroviari a +46,2% e dei servizi postali a + 41,5%. I trasporti urbani si fermano, si fa per dire, a +29,3%, mentre le tariffe dei taxi segnano +26,5% e quelle dell’energia elettrica +24,4%. La tariffa del gas aumenta meno dell’inflazione e si ferma a +7,3% mentre l’unico dato in controtendenza è quello della telefonia fissa e mobile, che invece ha il segno meno davanti: -15,7% le tariffe medie in dieci anni.

Federconsumatori evidenzia poi come, se si guarda all’andamento delle tariffe prima della crisi e durante gli anni della recessione, emerga che alcune – nonostante la crisi e il calo di potere d’acquisto – siano aumentate in modo più marcato rispetto agli anni precedenti: si tratta di acqua, rifiuti, pedaggi e parcheggi, trasporti urbani e ferroviari e servizi postali.

Insomma: le tariffe sono aumentate in modo insostenibile e hanno contribuito a impoverire le famiglie, complici alcuni fattori come il fatto che in alcuni settori la concorrenza sia rimasta di fatto al palo, il peso della pressione fiscale, la riduzione dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali. Il risultato, argomenta Federconsumatori, si vede bene dall’andamento dei tassi di morosità: si attestano al 4,5% delle utenze per le bollette dell’acqua, al 2,6% per le bollette del gas e all’1,2% per quelle elettriche e per queste ultime due si arriva al distacco della fornitura. “L’ammontare complessivo dei crediti non pagati, a medio e lungo termine, per tutte le utenze elettriche (domestici e non) ammonta a 5,9 mld e ulteriori 5,9 mld per le utenze del gas (domestici e non) – spiega Federconsumatori – un quadro che la dice lunga sul quadro di criticità che rappresenta la morosità”.


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