Gioco d’azzardo, è polemica sulla perizia dello psichiatra Paolo Crepet
Polemica è dir poco. C’è il gioco d’azzardo e c’è l’emergenza della ludopatia, con giocatori che si indebitano fino all’osso, perdono tutto e portano alla rovina intere famiglie. Ci sono alcuni Comuni che stanno cercando di correre ai ripari, come quello di Bergamo, che ha stabilito una serie di provvedimenti e fasce orarie no-azzardo. Ci sono i concessionari che fanno ricorso. E c’è un noto psichiatra, Paolo Crepet, autore di una perizia contestatissima in cui si rivendicherebbe che non esistono prove scientifiche nette basate su dati epidemiologici del legame causa-effetto fra gioco e psicopatologia. Tutto scaturisce da un articolo firmato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.
Crepet ovviamente si difende – “mai detto che le slot machine hanno effetti positivi, non si tiene conto di tutto il lavoro che ho svolto finora” – ma la miccia è stata accesa, col Codacons che insorge chiedendo la radiazione dell’albo, Adiconsum che snocciola i numeri della ludopatia, i parlamentari del Movimento 5 Stelle che chiedono alla Rai di non invitarlo più nelle trasmissioni perché avrebbe sdoganato il gioco d’azzardo. Come detto, tutto parte da un articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere che cita stralci di una perizia fatta dallo psichiatra per Lottomatica (che, detto per inciso, ha perso il ricorso al Tar contro il Comune di Bergamo): “non vi sono dati statistici completi ed esaurienti”, è impossibile “stabilire un serio e probativo rapporto di causa/effetto tra il gioco (quale? per quanto tempo?) e gli effetti psicopatologici (quali?)”, che insomma è difficile capire quale sia la patologia di partenza dei giocatori. Le parole che più fanno discutere, però, sono quelle che si riferiscono al “diritto al sogno” collegato al gioco. Dice ancora il Corriere: “Crepet si spinge a dire: «Non si tengono in considerazione alcuni effetti potenzialmente positivi del gioco, quali la socializzazione, il diritto al sogno, la possibilità di alleviare la propria amarezza e la propria tristezza: non credo che tocchi allo Stato disciplinare anche i sogni e le speranze…»”.
Finimondo. E’ proprio così? In una nota riportata dal Velino, Crepet spiega: “Faccio lo psichiatra. Ho conosciuto professionalmente molti dipendenti da gioco. Esula totalmente dal mio pensiero qualsiasi sottovalutazione del problema, cosi come qualsiasi sua semplificazione. Quanto alle mie dichiarazione sugli effetti positivi, preciso che mi sono sempre riferito ad un concetto generale del gioco, e non certo alle slot machine (calcio tombola, lotterie)”. E prosegue: “Le mie dichiarazioni sono state tagliate e non capisco che cosa si voleva dire: che io sono uno pro slot machine? Evidentemente non hanno tenuto conto del mio lavoro di questo ultimi anni”.
Nel frattempo la polemica è montata anche fra le associazioni dei consumatori. “Un punto di vista, quello di Crepet, da cui dissentiamo – dichiara Walter Meazza, presidente di Adiconsum nazionale – Intanto, perché un dato certo c’è ed è la relazione 2015 del Dipartimento politiche antidroga che riferisce che sono oltre 12.300 le persone in carico ai servizi per gioco d’azzardo patologico. Un altro dato è l’aumento del 1000%, dal 1993 al 2016, delle somme di denaro giocate. Inoltre, non è un caso che il Ministero della Salute abbia riconosciuto la ludopatia, non solo un fenomeno sociale, ma una vera e propria patologia (DGA, disturbo da gioco d’azzardo)”. L’associazione dice invece di concordare sugli effetti positivi del gioco, quale socializzazione e condivisione, “ma dissentiamo sulla categoria di gioco in grado di realizzarli”. Adiconsum fa l’esempio di bar e tabaccherie che hanno scelto di non ospitare slot machine ma di mettere a disposizione degli avventori dama, scacchi e calcio balilla, giochi in cui ci si confronta fra persone e non fra macchine.
“Le ordinanze adottate dai vari Comuni, come quella di Bergamo – continua Meazza – derivano da una meticolosa raccolta dati e da un approfondito studio socio-economico, ma soprattutto dal fatto di assistere ai danni economici e sociali dei singoli e delle loro famiglie. Tra i motivi che hanno contribuito all’escalation di tale fenomeno c’è senz’altro il perdurare di una crisi che ha stravolto alcune sicurezze come il posto di lavoro stabile alimentando una cultura del guadagno facile e a qualsiasi costo, incurante dei valori. Adiconsum dà atto e pieno sostegno a quei sindaci che stanno tentando di arginare il fenomeno, consci della sua gravità, in maniera sistemica e non improvvisata – conclude Meazza – C’è bisogno di accompagnare tali sforzi con campagne di educazione all’uso responsabile del gioco e del denaro, promosse dallo Stato, e realizzate con il coinvolgimento delle Associazioni Consumatori”.
Il Codacons invece va giù duro. L’associazione ha annunciato un esposto all’Ordine dei medici di Roma, chiedendo di acquisire la perizia a favore di Lottomatica redatta da Crepet e, “se al suo interno saranno confermate le tesi apparse oggi sulla stampa, di adottare provvedimenti nei confronti dello psichiatra, compresa la radiazione dall’Albo”. “Acquisiremo la perizia di Crepet e, se realmente risulterà il suo appoggio al gioco d’azzardo, diffideremo formalmente Rai e Mediaset a non invitarlo più in nessuna trasmissione televisiva”, dice ancora l’associazione. Che rivendica: “Al Codacons non interessano i meriti scientifici del professor Crepet e nemmeno quel che lui ha detto o fatto nella sua carriera contro il gioco d’azzardo: quel che conta è che ha messo al servizio dei gestori dei giochi la sua professionalità, pur essendo a conoscenza di ciò che solo ora, per replicare alle accuse, afferma, e cioè che le slot sono un grave problema sociale e che producano malattie e gravi danni alla collettività”. Da parte sua, lo psichiatra interpellato da IntelligoNews rivendica il lavoro svolto e attacca: “Iniziamo a fare chiarezza: Codacons dica sulla base di cosa chiede la radiazione. Perché se dice o scrive da qualche parte che io sono pro-slot mi fa solo un piacere perché il mio avvocato mi fa ricco”.
@sabrybergamini