Brasile, scandalo carne adulterata: la Cina riapre il mercato, l’Europa no
L’allarme sulla carne bovina e ovina ‘contraffatta,’, importata dal Brasile ha fatto il giro del mondo. Solo la Cina ha annunciato la riapertura dei mercati, dopo aver appreso che il Governo del Brasile ha messo in campo tutte le misure per verificare la sicurezza e la qualità degli alimenti. Il blocco resta da parte dell’Unione Europea e di altre 14 nazioni. In Italia la preoccupazione è alta, soprattutto perché il nostro Paese, secondo un’analisi della Coldiretti, è uno dei maggiori importatori europei di carne dal Brasile. Solo nel 2016 nella nostra penisola sono arrivati quantitativi superiori a 30 milioni.
Nei giorni scorsi, gli investigatori hanno scoperto un’attività che prevedeva l’uso di sostanze chimiche pericolose per la salute umana per “truccare” la carne scaduta e rivenderla sul mercato. Iniettavano acqua nella carne di bovino per farla aumentare di peso, aggiungevano carta alla carne di pollo e carne di testa di maiale nelle salsicce: erano alcune delle attività fraudolente compiute ai danni dei consumatori e con la la complicità di funzionari pubblici e dirigenti. Ben 22 imprese sono state coinvolte nello scandalo, alcune anche di grosso calibro come JBS e JFK, che hanno in mano gran parte del mercato della carne e controllano i marchi Seara, Perdigão e Friboi. La BRF, in particolare, ha subito la chiusura di una fabbrica che esportava, tra gli altri, anche nell’Unione Europea.
“La sicurezza alimentare in un circuito commerciale globale è sempre a rischio” – ha commentato Aldo Grasselli, Segretario nazionale del SIVeMP Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica – “Qualcuno vuole smaltire prodotti scadenti, qualcun altro vuole comperare a basso prezzo e vendere con grandi margini. I prodotti delle filiere agroalimentari devono essere sottoposti a controlli più efficaci e tempestivi rispetto alle altre merci, altrimenti insieme alle merci importiamo pericoli per la salute dei consumatori”.
di Ludovica Criscitiello