Farmaci veterinari, Lega del Cane: prezzi esorbitanti
L’amico a quattro zampe ha problemi allo stomaco. Potrebbe essere curato con un farmaco “umano” ma il veterinario non lo può prescrivere. O dunque l’umano che si prende cura del cane acquista il farmaco veterinario oppure chiede in farmacia (ma senza ricetta, perché il veterinario non la può scrivere) il corrispettivo umano, come se dovesse curare il problema del suo, di stomaco. Ma qual è il problema? Che il farmaco per l’uomo costa circa sette euro mentre quello per il cane ha un prezzo cinque volte superiore. Ecco qual è la portata della questione quando si parla del costo esorbitante dei farmaci veterinari. Su questo tema la Lega Nazionale per la Difesa del Cane è stata ascoltata in audizione al Senato.
La denuncia dell’associazione è nota: i farmaci veterinari costano in media quattro o cinque volte in più rispetto a quelli umani, nonostante il principio attivo sia identico, e attualmente i proprietari di animali non hanno modo di risparmiare denaro perché i veterinari sono obbligati a prescrivere il farmaco a uso veterinario anche se quelli a uso umano sono molto più economici. Inoltre, aggiunge la Lega, “c’è il sospetto di un “cartello” data l’eccessiva similitudine tra i prezzi dei farmaci veterinari di prima registrazione e quelli generici”. Sono questi i temi che la Lega per la difesa del cane ha portato all’attenzione della Commissione Igiene e Sanità al Senato, dove sono in discussione i DdL nn. 499 e 540 relativi alla riforma del Decreto Legislativo 193/2006 che regola l’utilizzo e la prescrizione dei farmaci veterinari.
Oltre che una questione legislativa ci sarebbe anche “un problema di mercato e del suo scorretto funzionamento”. Sostengono i rappresentanti della Lega come esempio: “Il principio attivo PREDNISOLONE nell’ottobre del 2016 – periodo in cui è stata effettuata una specifica ricerca di LNDC – esisteva (esiste) per uso veterinario esclusivamente nella composizione quantitativa da 5 mg con l’effetto di obbligare all’assunzione contemporanea, per i cani di più grandi dimensioni, di numerose compresse (anche 8/10). Per contro, esiste, nella versione “umana”, nel dosaggio 25 mg. Ovviamente, l’utilizzo del farmaco umano consentirebbe l’assunzione di un minore numero di compresse con un significativo risparmio economico per i proprietari degli animali bisognosi di cure”.
Per i rappresentanti della Lega, i disegni di legge in discussione cercano di ampliare l’uso dei farmaci umani ma “di fatto lasciano spazio ad ampia interpretazione, potrebbero rendere quindi la questione ancora più controversa. È fondamentale quindi – chiedono – che venga concessa ai medici veterinari la possibilità di prescrivere farmaci umani generici tutte le volte che ce ne sia bisogno, al fine di tutelare la salute dei nostri familiari a quattro zampe a prezzi contenuti, tanto più in questo difficile momento di crisi economica”.
La Lega ha lanciato qualche tempo fa la petizione #questionediprincipio che chiede farmaci a costo accessibile anche per gli animali. Nell’appello, che finora ha raccolto circa 15 mila firme, si chiede di emanare una disposizione in base alla quale i farmaci registrati per uso umano che siano utili in ambito veterinario possano essere usati anche per gli animali da affezione, e che vengano immessi sul mercato farmaci generici a uso veterinario a prezzo equo – quelli esistenti hanno infatti un prezzo quasi identico al farmaco di prima registrazione.
completamente d’accodo vorrei segnalare una eccessiva moria di animali dopo la sterilizzazione a Genova