Li hanno chiamati “generazione x, y e z”, li hanno chiamati “Millenials”, “nativi digitali” e in mille altri modi diversi, ma la verità in fondo si può riassumere in modo semplice: siamo di fronte a bambini e ragazzi per i quali la “realtà virtuale” sconfina sempre più facilmente nella vita vera e concreta di ogni giorno. Dagli ultimi dati del Miur emerge chiaramente che il 90% dei ragazzi spende grandi energie e tempo sul web ogni giorno. L’amicizia fatta su Facebook conta quanto quella fatta sui banchi di scuola o per strada e una foto o un video postato sui social può rendere “popolari” sia nel bene che nel male molto più di quanto sia mai riuscito a fare qualsiasi altro mezzo di comunicazione.

Considerato tutto questo, non è difficile comprendere perché sia così importante una giornata per sensibilizzare i giovani utenti della Rete all’uso responsabile del web. Il Safer Internet Day è infatti un’iniziativa fortemente voluta dalla Commissione Europea e dal 2004 tutte le organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti dei bambini organizzano convegni e manifestazioni su come difendersi dalle prepotenze e comportarsi correttamente sul web. In Italia, gli eventi della giornata sono organizzati dal Safer Internet Center e dal progetto Generazioni Connesse.

Uniti per un Internet migliore“: è questo il chiaro slogan e obiettivo dell’edizione 2017 del Safer Internet Day. Rendere consapevoli i ragazzi dei pericoli presenti sulla Rete, per costruire un futuro diverso, dove nessun ragazzo debba essere vittima dei cyberbulli. Un uso più responsabile del Web è il primo passo da compiere: nonostante i social e i servizi di messaggistica istantanea siano diffusissimi tra i più giovani, sono in pochi quelli che ne conoscono i pericoli.

Sul palco dell’evento organizzato per la giornata di oggi presso gli spazi dell’ex caserma “Guido Reni” a Roma è salita anche il Ministro per l’Istruzione l’Università e la Ricerca, Valeria Fedeli, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che quest’anno cade in coincidenza della prima Giornata nazionale contro il bullismo. “C’erano già in atto tante iniziative e progetti da parte delle scuole e delle associazioni sull’argomento del bullismo ma, considerando anche i dati riportati dalle ultime statistiche, ci è sembrato doveroso prenderci anche noi la nostra parte di responsabilità e parlare a tutti i ragazzi e le ragazze, ai docenti e ai genitori”. “Davanti a un fenomeno come il bullismo e il cyberbullismo nessuno può girare la testa dall’altra parte e dire non mi riguarda. Dobbiamo educarci tutti al rispetto di ogni diversità e al rispetto di tutti i diritti umani”. L’obiettivo per il 2017 è ambizioso dunque ma la motivazione a raggiungerlo è grande. “Ogni scuola dovrà avere un referente, anche tra gli studenti, per testimoniare l’impegno a difendere i diritti di tutti. Ma è fondamentale anche sbloccare l’approvazione della legge sul bullismo e il cyberbullismo anche alla Camera”.

Il ddl proposto dalla Senatrice PD, Elena Ferrara, prima firmataria, ha infatti avuto pochi giorni fa la sua approvazione da parte del Senato. Nel suo intervento, la senatrice ha rimarcato le importanti novità della legge. Innanzitutto, una definizione chiara del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire. Il disegno di legge istituisce, tra l’altro, un Tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato contro il bullismo via web. Per quanto riguarda invece la “procedura di ammonimento”, il bullo di età superiore ai 14 anni verrà convocato davanti al Questore insieme ai genitori. “Prima di essere una senatrice, sono stata un’insegnante che ha perso un’alunna per colpa di una bravata dei compagni diffusa sui social”, spiega la Ferrara. La senatrice infatti ha avuto tra i suoi allievi Carolina Picchio, la quindicenne che si è tolta la vita dopo che i suoi “amici” avevano fatto girare un video che la ritraeva mentre veniva molestata. “Davanti ad episodi di bullismo, vorrei che nessuno in futuro giustificasse il tutto dicendo “è stata solo una ragazzata”. Dietro azioni simili c’è sempre dietro tanta sofferenza e dolore che bisogna imparare a comprendere”.


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