Quando si sponsorizza con facilità il gioco d’azzardo e la sua promessa di vincita facile bisognerebbe andare a guardare i dati sulla diffusione del gioco e sul rischio di finire malati di gioco. Tanto più quando si parla di giovanissimi e adolescenti, attratti dal richiamo al divertimento e dall’illusione di vincite in denaro. Lo scorso anno in Italia ben un milione 240 mila studenti fra i 14 e i 19 anni hanno “tentato la fortuna” col gioco d’azzardo.

A rivelarlo, ieri, i dati dello studio Young Millennials Monitor di Nomisma, fatto su 11 mila giovani tra i 14 e i 19 anni, che ha tracciato anche un identikit del giocatore problematico: in linea generale, maschio, maggiorenne, con rendimento scolastico modesto, residente nel Mezzogiorno, e studente di istituti tecnici/professionali. I dati della ricerca sono molti: il numero di giovani giocatori d’azzardo risulta in leggero calo e nel 2016 ha giocato il 49% dei giovani – si tratta della metà degli adolescenti. Le motivazioni per cui si inizia a giocare sono varie: il 21% dei giovani inizia a giocare per curiosità, il 20% per caso, il 18% per divertimento, ma c’è un 11% complessivo che sperava di vincere denaro (il 6% era convinto che si vincesse facilmente, il 5% dice che aveva bisogno di soldi). Fra i giochi d’azzardo più popolari ci sono il gratta e vinci (35%) e le scommesse sportive in agenzia (23%), seguite da scommesse sportive online e da slot e videolottery.

azzardoLa ricerca mette in evidenza che la maggior parte dei giovani (il 27% del totale) ha giocato a uno-due tipologie di azzardo durante il 2016; il 17% degli studenti delle scuole secondarie superiori è frequent player e gioca 1 volta a settimana o più; per il 72% dei giovani giocatori la spesa media settimanale in giochi d’azzardo è inferiore a 3 euro. L’azzardo è soprattutto un fenomeno maschile: l’incidenza è decisamente maggiore fra i ragazzi, fra i quali ha giocato il 59% contro il 38% delle ragazze. Il 36% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori.

L’indagine ricorda che il gioco d’azzardo problematico mette a rischio la salute psicofisica e sociale dell’adolescente e può avere una possibile evoluzione verso forme patologiche, quindi verso il gioco d’azzardo patologico: ebbene, il 5%dei giocatori ha sviluppato  pratiche di gioco problematiche mentre il 9% viene considerato a rischio. Secondo l’indagine la probabilità di essere un “giocatore problematico” è maggiore fra gli studenti maschi, che vivono nel Mezzogiorno, che vivono in famiglie con background migratorio, che frequentano gli istituti tecnici e professionali, hanno un rendimento scolastico modesto, giocano abitualmente a giochi di fortuna e a giochi online, hanno quote maggiori di denaro, hanno parenti o amici con esperienze di gioco negative.

Alla presentazione della ricerca è intervenuto il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. La Regione due mesi fa ha dato via libera al “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili” che fra l’altro introduce il divieto di installare apparecchi per il gioco d’azzardo entro una distanza di 500 metri da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto. “Come Conferenza delle Regioni proseguiremo il nostro lavoro per arrivare a un’intesa con il Governo sul gioco d’azzardo”, ha detto Bonaccini. Un bando regionale da poco concluso assegna ai Comuni 150mila euro per progetti che valorizzino gli esercenti che scelgono di non installare macchine per il gioco d’azzardo nei loro locali e che, pertanto, aderiscono al marchio etico “SlotFreeER” voluto dalla Regione Emilia Romagna. Il prossimo bando sarà di 300 mila euro.


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