Etichette alimenti: obbligatorio indicare provenienza del latte e calorie dei prodotti
Novità in arrivo per le etichette dei prodotti alimentari. Cominciamo dal latte, per il quale il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha firmato un decreto con il Ministero per lo Sviluppo Economico che introduce in etichetta l’obbligo di l’indicare l’origine per i prodotti lattiero caseari in Italia. Con questo nuovo sistema, una vera e propria sperimentazione in Italia, sarà possibile indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte UHT, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini. Il provvedimento si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.
Il decreto prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. In particolare sarà indicato il paese di mungitura e il paese di condizionamento o trasformazione. Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.
L’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte, dicono da Coldiretti, è percepito come un provvedimento necessario per la trasparenza dal 96% degli italiani. “Un elemento rilevante per fare scelte di acquisto consapevoli”. “Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta anche di un importante segnale di cambiamento anche a livello comunitario dove occorre proseguire nella battaglia per la trasparenza”.
Ma le novità sull’etichettatura non si fermano qui.
Da domani, 13 dicembre, infatti scatta l’obbligo della dichiarazione nutrizionale sull’etichetta degli alimenti che si applica a tutti i prodotti confezionati che devono ora indicare anche le informazioni relative a valore energetico, quantità di grassi (di cui gli acidi grassi saturi), i carboidrati (di cui gli zuccheri), le proteine e il sale, espressi per 100 grammi o 100 millilitri di prodotto, e facoltativamente anche per porzione. Entra quindi completamente in vigore il pacchetto di norme previste dal Regolamento (UE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.
“Si tratta di un passo importante per la trasparenza dell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti che si acquistano sulla base di parametri oggettivi in una situazione in cui”, sottolinea la Coldiretti, “troppo spesso vengono esaltate impropriamente specifiche proprietà. In questo modo potranno essere fatte valutazioni oggettive e comparazioni tra i diversi prodotti presenti sugli scaffali in una situazione in cui è giustamente aumentata la sensibilità dei cittadini sulle scelte alimentari”.
È sicuramente cresciuta infatti l’attenzione degli italiani per l’impatto che il cibo esercita sulla propria salute così come è evidente la diffusa consapevolezza che lo stile di vita, e in particolare lo stile alimentare a tavola, gioca un ruolo decisivo nell’insorgenza di talune patologie. Lo dimostra il boom dei cosiddetti prodotti alimentari “senza” ma anche l’attenzione crescente riposta dalla pubblicità ai contenuti in sale, zuccheri o al valore energetico che sono divenuti elementi sempre più familiari per riempire il carrello della spesa.
“Si tratta di una nuova tappa nel percorso di trasparenza nell’informazione ai consumatori tracciato dal regolamento comunitario che già nel 13 dicembre 2014”, sottolinea la Coldiretti, “aveva portato ad una prima modifica delle nuove etichette per i prodotti alimentari in vendita che da allora sono scritte con caratteri più chiari e grandi ma devono anche riportare più informazioni: da una maggiore evidenza sulla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze all’indicazione del tipo di oli e grassi utilizzati, dalla data di congelamento alle informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati”.
Federconsumatori e Adusbef accolgono positivamente l’entrata in vigore di questa norma. “Ora che è stato compiuto questo passo”, commentano le associazioni, “ci auguriamo che il prossimo step sia la rapida approvazione del decreto interministeriale per introdurre l’indicazione di origine del grano presentato alla Commissione europea nelle scorse settimane ed esortiamo le istituzioni nazionali e comunitarie a varare provvedimenti analoghi per tutti i prodotti”.
“Un consumatore informato è anche un consumatore consapevole e meno esposto a rischi, truffe e raggiri. L’etichetta deve riportare il maggior numero possibile di informazioni, poiché sapere da dove provengono e cosa contengono i beni che acquistiamo è un nostro diritto inviolabile, soprattutto se si tratta di prodotti alimentari”, sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.