In Lombardia sono oltre 564.000 le persone vive dopo una diagnosi di cancro e il numero stimato di nuovi casi nel 2016 è di circa 63.000. Queste cifre definiscono l’entità del carico diagnostico-assistenziale che pesa sulla Regione Lombardia, ma mostra anche la sua avanguardia nella ricerca, cura e assistenza ai pazienti. In questo contesto nasce, per la prima volta in Italia, un Intergruppo consiliare regionale dedicato alla tutela dei diritti dei pazienti onco-ematologici, presso il Consiglio regionale della Lombardia. Un nuovo importante traguardo per il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, ideato e coordinato da Salute Donna onlus, associazione di pazienti oncologici che da 3 anni, insieme ad altre 12 associazioni di pazienti, una Commissione tecnico-scientifica e un Intergruppo di oltre 70 parlamentari, prova a migliorare l’assistenza e la cura dei pazienti oncologici, caratterizzate da ritardi e gravi disparità a livello regionale.

L’Intergruppo lombardo, al quale aderiscono 13 consiglieri di tutti gli schieramenti politici, avrà il compito di proporre soluzioni normative e regolamentari in grado di migliorare l’assistenza dei pazienti onco-ematologici della Regione, confrontandosi periodicamente con tutti gli attori del processo salute – dai medici alle istituzioni e alle associazioni – e rappresentandone le istanze in Consiglio e presso la Giunta. «Gli Intergruppi regionali sono continuazione ideale dell’Integruppo parlamentare nazionale, che nel 2016 ha consentito di rimettere il tema del cancro al centro di importanti riflessioni politiche» spiega Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna onlus. «Le iniziative di sindacato ispettivo e di indirizzo politico portate avanti dai parlamentari appartenenti all’Intergruppo sono state molto significative, pungolando le istituzioni ad innovare in questo settore tracciando nuovi scenari nel processo di presa in carico dei pazienti» dice Mancuso.

Le questioni che l’Intergruppo lombardo dovrà affrontare sono numerose. In primis c’è la mappatura delle strutture oncologiche della Regione (quante sono, cosa fanno e come). Si passa poi alla definizione della rete oncologica regionale, alla valutazione dei programmi di screening e alle attività di prevenzione, fino a includere la definizione e l’applicazione su tutto il territorio regionale di percorsi diagnostico-terapeutici per un’omogenea presa in carico dei pazienti, senza tralasciare gli aspetti dell’equo accesso ai trattamenti oncologici innovativi, finalizzati a contrastare eventuali disparità di trattamento dei pazienti nei vari Centri della Regione.

«La costituzione dell’Intergruppo regionale della Lombardia arriva in un momento molto importante, che vede i pazienti sempre più coinvolti nei processi decisionali, con un cambiamento rilevante nel rapporto medico-paziente e un riconoscimento sempre più ampio del ruolo dei pazienti da parte delle istituzioni e degli enti regolatori» dichiara Filippo De Braud, direttore di oncologia medica alla Fondazione IRCSS Istituto nazionale tumori di Milano. «Come risultato di questa evoluzione, i politici sono sempre più responsabilizzati in materia di salute, e dal momento che molte decisioni rilevanti per la Sanità sono assunte a livello regionale, è opportuno e auspicabile che vi possano essere Intergruppi consiliari a livello delle singole Regioni. Queste iniziative favoriscono la collaborazione tra tutti i protagonisti dei processi decisionali, attraverso azioni coordinate».

L’Intergruppo consiliare sarà dunque un incubatore di proposte per le politiche regionali sul cancro in cui verrà operata una sintesi delle istanze dei principali portatori di interesse per garantire sul territorio regionale condizioni migliori per i pazienti oncologici ed i loro famigliari. «L’Intergruppo regionale riveste una notevole importanza in quanto copre le diverse formazioni politiche e quando si parla di un tema tanto rilevante come il cancro è fondamentale che si lavori insieme a prescindere dall’affiliazione politica» sostiene Paolo Casali, direttore S.C. di Oncologia Medica 2, Fondazione IRCCS Istituto nazionale tumori di Milano. «Molto di quanto succede in fatto di salute ricade sugli Assessorati alla Salute delle Regioni. Sono molti gli aspetti importanti al riguardo. Quello che ricade nei miei interessi è rappresentato dai tumori rari che meritano un’attenzione particolare per alcune specifiche problematiche che li riguardano, ad esempio l’accesso ai nuovi farmaci (compreso l’uso cosiddetto compassionevole) e l’organizzazione dell’assistenza in ottica di rete» precisa Casali.

 

di Marianna Castelluccio


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