Imprese, Confesercenti: bene crescita turismo ma i negozi soffrono ancora
Oltre 10mila imprese in più nei primi 9 mesi dell’anno: con questi dati il settore turistico si conferma il settore della nostra economia su cui puntare. I numeri di Unioncamere dimostrano come le attività di alloggio, ristorazione e servizio bar siano state, quest’anno, tra le realtà più dinamiche del nostro Paese, anche grazie a una stagione turistica positiva.
Tuttavia sono ancora presenti alcune difficoltà. Quasi un’impresa su due nel settore chiude entro i primi tre anni di vita, a causa di un elevato livello di competizione e di una pressione fiscale molto alta, in particolare per l’incidenza di IMU e TARI su ristoranti e alberghi.
Secondo Confesercenti, sarebbe opportuno prevedere una forma di sostegno fiscale al comparto: “l’idea di estendere anche agli alberghi il bonus ristrutturazioni è un primo passo nella giusta direzione, che non mancherà di dare effetti positivi, anche se andrebbe allargata la platea dei beneficiari”, ha commentato.
Le difficoltà continuano anche per il commercio tradizionale. Unioncamere riferisce, infatti, una crescita nel commercio all’ingrosso e nel commercio ambulante, mentre i negozi continuano a chiudere: secondo le elaborazioni di Confesercenti sui dati di Infocamere e Movimpresa, dall’inizio dell’anno sono stati chiusi 3.157 negozi.
“Il segno chiaro di una crisi che non vuole finire: la ripresa dei consumi registrata fino ad ora è stata troppo debole per portare ad un’inversione di tendenza e alla fine dell’emorragia di imprese”, ha commentato ancora Confesercenti. “C’è bisogno di varare urgentemente un piano per fermare l’avanzata della desertificazione commerciale. Fra i molti interventi possibili, abbiamo chiesto di estendere la locazione con cedolare secca anche ai negozi: così si darebbe loro un po’ di respiro e si aiuterebbe a ricucire il tessuto del commercio urbano, ormai ridotto ai minimi termini soprattutto nei piccoli centri abitati”.