Economia, Ocse: marcia indietro sulle stime di crescita dell’Italia
Arriva dall’Ocse il nuovo taglio alle aspettative di crescita del Pil italiano. Nel suo Interim Economic Outlook, l’organizzazione parigina ha previsto un’espansione dello 0,8% sia nel 2016 sia nel 2017, ridimensionando le stime fatte tre mesi fa nell’Economic Outlook. A giugno infatti si prospettava uno scenario di crescita prevista per il 2016 pari all’1% e dell’1,4% per il 2017.
“I dati Ocse rivelano una situazione sempre più drammatica”, commentano Federconsumatori e Adusbef. L’Osce ha spiegato la revisione della stima al ribasso affermando che: “investimenti e scambi non si sono rivelati così fruttuosi come si prevedeva“. “Affermazioni che chiamano in questione sia il Governo, responsabile dei mancati provvedimenti necessari per una vera ripresa, sia gli imprenditori, carenti in coraggio ed iniziativa”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti delle associazioni.
Per Confesercenti, la via per uscire dall’impasse deve puntare al sostegno dell’economia reale, con una legge di bilancio decisamente a favore della crescita. Il rallentamento ha una dimensione globale ed è dovuto in primo luogo alla frenata del commercio mondiale. “Ma scontiamo anche la patologia tutta interna della debolezza degli investimenti, a sua volta dovuta a prospettive incerte sulla domanda interna ed internazionale ed aggravata dal regime di razionamento del credito in cui il nostro sistema imprenditoriale continua ad operare”, aggiunge l’associazione degli esercenti.
“La strada per liberarci dalla ‘trappola della bassa crescita’ deve passare attraverso misure di stimolo all’economia. L’auspicio è che l’Europa riconosca il mutato contesto internazionale e ci consenta maggiori margini di manovra. Sarà fondamentale, in primis, mantenere la promessa sterilizzazione delle clausole di salvaguardia ed il conseguente aumento IVA. Anche perché ci porterebbe ad un avvitamento: secondo le simulazioni Ref ricerche per Confesercenti, l’aumento delle aliquote impatterebbe non solo sui consumi, ma su tutto il Pil, togliendo alla crescita nel 2017 un ulteriore 0,2%”.