Il Veneto non contesta più i dati della Corte dei Conti sui ticket sanitari, ma vuole invece spiegare il perché la spesa media pro capite annua dei cittadini veneti per ticket sia la più alta d’italia. E’ quanto fa sapere Cittadinanzattiva che rilancia la sua petizione per abrogare il superticket che è una tassa sulla salute. Anche la Regione Veneto è contraria al superticket e ha già presentato un ricorso alla Consulta. Ma il timore è che abbia cambiato idea.
Il dubbio arriva dalle ultime dichiarazioni del Presidente della Regione che ha affermato: “Non si capisce dunque per l’abolizione di quale ticket i cittadini veneti dovrebbero firmare, visto che la regione non ne applica”.
Cittadinanzattiva spiega: “la misura, introdotta dalla legge finanziaria del 2011, ha imposto a tutti i cittadini di pagare un superticket di 10 euro per ogni ricetta rossa. Le Regioni poi hanno trovato strategie diverse per applicarlo. In Veneto l’applicazione è stata imposta su due scaglioni: 5 euro per ogni ricetta rossa applicata a chi ha un reddito fino a 29mila euro e 10 euro per ogni ricetta rossa applicata a chi ha un reddito superiore a 29mila euro, altre Regioni hanno fatto scelte diverse con più o meno scaglioni”. “Che questa misura voglia essere abolita anche in Veneto è confermata anche dal sondaggio di un quotidiano locale che vede favorevoli l’89.5% dei cittadini (Gazzettino.it), ma anche dall’esperienza delle persone che si sentono dire che conviene fare la prestazione in privato perché costa meno”.
Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato si sta mobilitando su tutto il territorio nazionale per dare risposta alle segnalazioni di cittadini che ogni giorno la contattano perché curarsi diventa sempre più difficile, anche per effetto del superticket. “Ci saremmo aspettati un supporto da parte della Regione nella battaglia per l’abolizione del super ticket, e non che fosse vissuta come contesa o polemica. Lo studio di numerose fonti istituzionali confermano in modo più puntuale i tanti problemi che vivono tutti giorni le persone che hanno bisogno di cure. Sul Veneto, per esempio, abbiamo rilevato che sul fronte prevenzione c’è stata una flessione che merita un intervento urgente”.
Stando agli ultimi dati pubblici e più aggiornati del Ministero della salute sul Livello Essenziale di Assistenza Prevenzione, tra il 2012 e il 2013 il Veneto ha perso 10 punti, passando da un punteggio di 90 a 80, cioè il livello minimo da garantire. Questo le ha fatto perdere punti anche sul punteggio generale che ogni anno il Ministero della salute attribuisce alle Regioni sulla loro capacità di garantire tutte le prestazioni e i servizi essenziali ai cittadini. Il Veneto è passato da 193 nel 2012 a 190 nel 2013, spostandosi dalla terza alla quinta posizione da un anno all’altro tra le 16 Regioni monitorate.
Altro esempio di ambiti da migliorare è il pieno rispetto della normativa nazionale sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, per il quale di recente la Regione Veneto, insieme ad altre, è stata commissariata dal Governo.
Cittadinanzattiva è disponibile al dialogo e alla collaborazione con tutti gli amministratori e le istituzioni che vogliano mettere mano ai servizi di cui hanno responsabilità per renderli più razionali ed umani, a partire dai bisogni e dalle criticità che tutte le persone incontrano.


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