“Favorisce lo smaltimento di olio vecchio” e “fa venir meno una importante misura di tutela del consumatore”: è netta la bocciatura degli agricoltori nei confronti del rischio, più che concreto, che possa essere venduto olio “vecchio”, con una scadenza ben superiore a quella prevista in Italia. C’è il primo via libera alla vendita di extravergine con un termine minimo di conservazione superiore a 18 mesi, attualmente previsto dalla norma italiana.
Dopo quel termine, infatti, l’olio perde molte delle sue qualità di extravergine.
olioCosa è accaduto? Che la Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato ha esaminato la Legge europea 2015 diretta a modificare l’articolo 7 della legge n. 9 del 2013 nella parte in cui prevede un termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per l’olio di oliva. Spiega il Test: “Il voto espresso ieri sera dalla commissione Politiche dell’Unione europea non è quello definito visto che si deve esprimere l’aula di Palazzo Madama. Ma i margini per ribaltare l’orientamento del governo ai dettati di Bruxelles sono ridottissimi se non inesistenti. Ma di cosa stiamo parlando? Vale la pena ricapitolare una vicenda davvero paradossale che dimostra come in fatto tutela del made in Italy siamo noi italiani i primi a farci del male. L’articolo 1 della legge europea 2015 – in discussione al Senato – prevede la possibilità di imbottigliare un extravergine con una scadenza superiore a 18 mesi come prevede la legge italiana sicuramente più rigida rispetto alla legislazione comunitaria, ma sicuramente più favorevole alla tutela della qualità dell’olio”.
Il provvedimento, naturalmente, viene contestato dagli agricoltori. Dice il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo: “Togliere la data di scadenza dell’olio di oliva per favorire lo smaltimento delle vecchie scorte a danno dei consumatori è un errore che mette a rischio la qualità dell’offerta in Italia”.
“Di fatto è stata approvata una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Con l’invecchiamento – precisa la Coldiretti – l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo. Con il recepimento delle indicazioni comunitarie la data di scadenza non sarà più di 18 mesi, ma potrà essere decisa liberamente dagli stessi imbottigliatori, il che equivale di fatto a cancellarla, poiché ognuno potrà metterla in base ai propri interessi commerciali ed è evidente il rischio che in molti ne approfitteranno per smaltire l’olio vecchio”.

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