Fidelity card, Antitrust multa 3 aziende per pratiche commerciali scorrette
Raffica di sanzioni dall’Antitrust per le “fidelity card”: l’Autorità ha multato 3 aziende (Di Effe Emme, Cento Vetrine e Smart) per pratiche commerciali scorrette nella promozione e vendita di prodotti per la casa. Le aziende hanno prospettato la possibilità di beneficiare di prezzi convenienti, con la finalità di ottenere un ordine di acquisto di rilevante importo economico, sottoscritto dal consumatore senza averne effettiva consapevolezza.
Di Emme Effe, a partire dal febbraio 2015, ha contattato telefonicamente i consumatori per un sondaggio statistico al termine del quale è stato rappresentato loro il rilascio gratuito di una carta fedeltà, rappresentata come priva di oneri e obblighi di acquisto a carico del consumatore, che avrebbe consentito di comprare articoli per la casa con un notevole sconto. Nel corso del successivo incontro presso il domicilio dei consumatori, il professionista ha richiesto di firmare un modulo destinato al trattamento dei dati personali o, in altri casi, ad accertare l’avvenuta consegna dell’omaggio in questione denominato “copia commissione” o “consegna catalogo”. In tale occasione, gli agenti hanno preannunciato la visita successiva di un altro promotore per visionare il catalogo e pianificare il primo acquisto.
Dopo alcune settimane, i consumatori hanno ricevuto la seconda visita a domicilio, durante la
quale è stata presentata l’amara sorpresa: con la firma del citato modulo il consumatore si è vincolato contrattualmente all’acquisto di prodotti per un importo minimo generalmente di 2.800 euro. Gli agenti di vendita lasciavano inoltre intendere ai consumatori che non fosse possibile svincolarsi dall’obbligazione assunta, anche in considerazione dell’ormai decorso termine per far eventualmente valere il diritto di ripensamento. In tal modo, ottenevano in molti casi che il consumatore procedesse alla firma di un secondo modulo che rappresenta il vero e proprio ordine di acquisto.
Inoltre, i consumatori hanno lamentato le modalità con cui sono stati indotti dai promotori, con modi insistenti e pressanti, a sottoscrivere gli ordini di acquisto. Infine, il professionista avrebbe rivolto ai consumatori minacce di azioni legali presso un foro territorialmente non competente prospettato maggiorazioni notevoli dell’importo finale a titolo di penale, e ostacolato i diritti loro spettanti per recedere dal contratto.
