A marzo il clima di fiducia dei consumatori “aumenta lievemente”: un rialzo davvero minimo, se si considera che si passa da un valore di 114,5 di febbraio all’attuale 115. Per le imprese, invece, l’indice composito del clima di fiducia è in diminuzione. Aumentano le stime riferite alle componenti economica, corrente e futura del clima di fiducia dei consumatori mentre è in leggera flessione la componente personale. I dati sono dell’Istat. Per i Consumatori, le stime si fanno caute ma sono ancora troppo ottimiste.
Secondo l’Istat migliorano inoltre fra i consumatori sia i giudizi sia le aspettative sull’attuale situazione economica del Paese, mentre scendono i giudizi sui prezzi e le attese di disoccupazione rimangono stabili. Come interpretare questo quadro? Per Federconsumatori e Adusbef si ridimensiona l’ottimismo ma “rimangono comunque sovrastimate le rilevazioni dell’Istat sul clima di fiducia dei consumatori – dicono le due associazioni – Quest’ultimo, a detta dell’Istituto di Statistica, migliorerebbe “lievemente”. Rendendosi forse conto dell’improbabilità di tale dato l’Istat mette le mani avanti, specificando come “le interviste sono concentrate nei primi 15 giorni del mese, prima degli attentati di Bruxelles del 22 marzo.” Di fronte alla situazione estremamente grave in cui versa il potere di acquisto delle famiglie tali dati, anche se cauti, risultano fuori luogo”.
Bisogna invece “fare i conti con la realtà”, proseguono le due associazioni, che chiedono rilevazioni precise sullo stato di crisi che comunque colpisce ancora le famiglie. “Se si vuole intervenire con determinazione e responsabilità per fronteggiare questa emergenza è indispensabile avviare un Piano Straordinario per il Lavoro che punti su investimenti per ricerca e sviluppo, nonché su opere di modernizzazione e sulla valorizzazione dell’offerta turistica – aggiungono Federconsumatori e Adusbef – Solo rimettendo in moto il mercato occupazionale, restituendo redditi e prospettive al Paese si potrà finalmente uscire dalla spirale depressiva che attanaglia da troppi anni la nostra economia”.


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