“Uova, colomba e pizza farcita saranno i protagonisti della tavola in questo lungo weekend di Pasqua, ma attenzione alla qualità degli ingredienti e ai prezzi”. E’ il suggerimento di Agostino Macrì, esperto di sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori, che spiega: “Per le uova di cioccolato e le colombe ogni anno si scatenano guerre commerciali che alle volte possono addirittura favorire il consumatore grazie al variare dei prezzi ma l’importante è che a pagarne le spese non sia la qualità”.
“E’ importante anche controllare le etichette, utili in molti casi a fornire indicazioni sulla correttezza dei prezzi. La quantità di cacao è determinante per differenziare un cioccolato di pregio da uno di minore valore: un cioccolato fondente, ad esempio, dovrebbe costare di più di uno al latte per la percentuale maggiore di cacao. Solo il ‘cioccolato puro’ non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali: in caso contrario la relativa dicitura deve essere riportata in etichetta, ben visibile e dunque immediatamente consultabile dal consumatore. Un discorso analogo – continua l’esperto di UNC – si può fare con le colombe i cui costi possono variare in funzione non tanto della qualità e della sicurezza, quanto delle strategie di vendita”.
Sugli altri alimenti pasquali come il casatiello, la pizza con le uova sode, i ciambelloni con perline di cioccolato, la pastiera napoletana, l’interesse industriale è minore e, dunque, la produzione avviene maggiormente attraverso pasticcerie artigianali. “Il prezzo, a volte, può risultare più alto rispetto a prodotti industriale a fronte, però, una maggiore qualità organolettica – aggiunge Macrì – Come per tutti gli alimenti, anche in questi casi possono esserci delle insidie è importante, quindi, ricordare che anche i forni hanno il dovere di seguire la normativa europea sulla sicurezza alimentare: se non ci sono le etichette sulle confezioni dei singoli prodotti è obbligatorio mettere a disposizione l’elenco degli ingredienti evidenziando contestualmente la data di scadenza”.
Secondo la Cia, però, quest’anno più di un italiano su 3 (il 35%) non comprerà i dolci tipici della festività, mentre cresce il numero di chi opta per i prodotti industriali (il 43%) venduti nelle catene della Gdo e solo il 22% opterà per “soluzioni” artigianali da pasticceria. Aumenta il numero di chi fa tutto da sé in cucina (+14%). Si consolida l’attenzione alla riduzione degli sprechi messa in atto dalle famiglie negli anni di crisi. Complessivamente – secondo le stime della Cia – fino a domenica si acquisteranno circa 30 milioni di uova di cioccolato e quasi 26 milioni di colombe pasquali, con un giro d’affari totale che non arriva a mezzo miliardo di euro.


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