Liberi farmacisti: nel 2016 il farmacista ha meno diritti
Nel 2016 si sta delineando un sistema in cui il farmacista (non titolare) ha meno diritti. La situazione economica dice che i farmacisti dipendenti vedono condizioni peggiorate, prendono 10,66 euro lordi l’ora che diventano 7,20 euro netti e fronteggiano “meno diritti con un contratto nazionale ormai scaduto da più di tre anni, le retribuzioni più basse d’Europa, una professionalità non riconosciuta, l’uso sempre più massiccio di stages post-laura, l’abusivismo professionale che crea disoccupazione, orario ridotto e l’utilizzo offensivo dei voucher”. Questa la denuncia portata dal Movimento Nazionale Liberi Farmacisti al convegno “FarmacistaPiù” che si è svolto domenica.
Occasione anche per fare il punto sulla mancata liberalizzazione dei farmaci di fascia C e sugli interessi da sempre in ballo quando si parla di ddl concorrenza, di farmaci, parafarmacie e liberalizzazioni.
Ha detto Vincenzo Devito, Presidente del MNLF, aprendo la conferenza stampa che si tenuta domenica a FarmacistaPiù: “Se si vuole davvero aprire il dibattito a 360 gradi all’interno della categoria non si può e non si deve continuare con il vecchio giochetto di lasciare in un angolo la parte maggioritarie, ovvero i farmacisti non titolari e le associazioni che le rappresentano”. Nel mirino dei liberi farmacisti sono finite le recenti dichiarazioni della Presidente della XII Commissione Sanità del Senato Emilia Grazia De Biasi la quale ha affermato che il “farmaco non è una saponetta non si può vendere nella Gdo non si comprano farmaci col 3×2” e ancora che il Ddl concorrenza non è il luogo ove fare una riforma.
Dice Devito: “Per quanto riguarda l’affermazione relativa alle saponette è meglio conoscere ciò di cui si parla perché di saponette se ne vendono tante in farmacia anche con offerte 3×2 , ma il farmaco e siamo veramente esausti di doverlo ripetere, no. Lo ricordiamo ancora una volta, la proposta di liberalizzare i farmaci di fascia C riguarda farmaci prescritti dal medico, quindi legati ad una ricetta, non soggetti ad iperconsumo, non soggetti ad abuso e prescritti, come in farmacia, da un farmacista laureato ed abilitato. Inoltre, la quota di mercato occupata dalla GDO in questo settore è appena del 15%. Cosa significa – prosegue poi il presidente dei liberi farmacisti – che il DDL concorrenza non è il luogo ove parlare di concorrenza, dove se ne deve parlare in Commissione Igiene e Sanità ove nel Ddl Lorenzin gli emendamenti per riformare in modo democratico gli Ordini professionali e il modo con cui vengono eletti gli organi di rappresentanza non sono nemmeno stati presi in considerazione? Il DDL concorrenza, piaccia o no, è la legge che deve tradurre le indicazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, e nelle indicazioni Antitrust la liberalizzazione dei farmaci di fascia C c’era eccome. Come c’era nei Report dell’UE (Country Report 2015 e 2016) nelle indicazioni dell’OCSE e in quella di numerose Associazioni di consumatori”.