Referendum trivelle, Greenpeace in azione a Roma davanti all’Altare della Patria
“17 aprile: ferma le trivelle e vota sì”. È partita a pieno ritmo la campagna degli ambientalisti per sostenere il referendum contro le trivellazioni, in agenda il prossimo 17 aprile. E all’insegna dello slogan “L’Italia non si trivella” oggi gli attivisti di Greenpeace sono entrati in azione a Roma, davanti all’Altare della Patria in piazza Venezia, per protestare pacificamente contro la strategia energetica del governo e invitare gli italiani a votare al prossimo referendum.
Gli attivisti hanno disseminato la piazza con una trentina di piccole trivelle e aperto un lungo striscione: “L’Italia non si trivella”. Il referendum del prossimo 17 aprile è stato promosso da nove Regioni italiane contro i progetti petroliferi dell’Esecutivo: la data è stata decisa nel consiglio dei Ministri del 10 febbraio, non senza far storcere il naso agli ambientalisti che avevano chiesto di accorpare il voto referendario con le amministrative in un Election Day che avrebbe consentito risparmi e facilitato il raggiungimento del quorum.
L’opposizione di Greenpeace alla trivellazioni è netta. Anche perché le ricadute economiche dell’estrazione di idrocarburi dai mari italiani non sono considerate affatto convincenti, mentre “non è disponibile – denuncia Greenpeace – alcuna stima dei danni che le trivelle potrebbero arrecare ai mari italiani, al turismo e alla pesca: la cancellazione del “Piano delle aree” (ovvero dello strumento di pianificazione d’insieme di queste attività) dimostra in modo chiaro che palesare e valutare i rischi delle trivelle non è questione che interessi al nostro esecutivo. In particolare, il governo Renzi ha favoleggiato di 25 mila nuovi posti di lavoro. Se si confronta il potenziale petrolifero dell’Arabia Saudita con quello offshore italiano e si fa una proporzione con i livelli occupazionali garantiti dalla Saudi Aramco – la compagnia di Stato saudita – si scopre che per estrarre il greggio dai nostri mari si potranno creare, al massimo, mille nuovi posti di lavoro. Ovvero, il livello di impiego che può garantire il turismo in una piccola località balneare”.
L’associazione invita dunque a votare Sì al referendum del 17 aprile, per respingere le trivelle e chiedere al governo un diverso futuro energetico. E oggi ha fatto tappa a Roma per sostenere la campagna referendaria. “Siamo in questo luogo così simbolico per il Paese per ricordare ai cittadini che il referendum del prossimo 17 aprile riguarda l’Italia nella sua interezza – dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – Le trivelle sono una grave minaccia per i nostri mari, e già questo sarebbe motivo sufficiente per respingerle. Ma esse rappresentano anche un indirizzo energetico insensato, che condanna l’Italia alla dipendenza dalle fonti fossili. Un favore alle lobby del petrolio che espone a rischi enormi economie importanti come il turismo e la pesca”. Lanciata anche la campagna online sul sito http://stop-trivelle.greenpeace.it.