Banche Venete, Movimento Consumatori: “Nessuna tutela per azionisti”
“Chiediamo un intervento per ricomprendere nel perimetro della cessione a Intesa Sanpaolo anche i crediti dei piccoli risparmiatori derivanti dalla vendita fraudolenta delle azioni in violazione dei doveri di comportamento nella prestazione dei servizi di investimento, o comunque che si prevedano specifici strumenti di indennizzo anche per gli azionisti”: così il Movimento Consumatori nei confronti dell’operazione che ha portato alla cessione di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza a Intesa SanPaolo.
L’acquisto, come ha specificato la stessa Intesa SanPaolo, “esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all’acquisizione”.
Il Movimento Consumatori ritiene “ingiusto” il decreto legge varato dal CdM che di fatto ha dato via libera all’operazione. L’associazione ricorda le migliaia di azionisti delle due banche venete che sono stati danneggiati dalla vendita delle azioni delle due ex popolari e denuncia che per loro non esiste tutela. Dice l’associazione: “Il decreto legge appena approvato dal Governo non contempla alcuna misura di sostegno o di tutela per questi soggetti. Anzi, con deroghe del tutto eccezionali al testo unico bancario, Intesa Sanpaolo riceverà gli asset delle due banche depurati, non solo dei crediti deteriorati e delle obbligazioni subordinate, ma anche di ogni debito derivante dalla vendita delle azioni in violazione delle norme che regolano la prestazione dei servizi di investimento. Anche i pagamenti delle offerte transattive proposte quest’anno dalle due popolari venete non sono compresi nella cessione a Intesa Sanpaolo”.
“Movimento Consumatori – afferma Paolo Fiorio, coordinatore dell’Osservatorio Credito e Risparmio MC – ritiene che tale esclusione sia ingiusta, irragionevole e incostituzionale. La cessione degli sportelli e delle attività bancarie non può consentire di escludere i debiti derivanti dal misselling delle azioni, che rientra invece nelle ordinarie passività della banca e che non riguarda indistintamente tutti gli azionisti, ma solo coloro che sono stati vittime degli illeciti”. L’associazione chiede dunque di modificare il decreto legge in sede di conversione. Sostiene il segretario generale Alessandro Mostaccio: “Chiediamo un intervento per ricomprendere nel perimetro della cessione a Intesa Sanpaolo anche i crediti dei piccoli risparmiatori derivanti dalla vendita fraudolenta delle azioni in violazione dei doveri di comportamento nella prestazione dei servizi di investimento, o comunque che si prevedano specifici strumenti di indennizzo anche per gli azionisti. Una soluzione deve essere individuata se vogliamo che si preservi quella fiducia da parte dei clienti di cui tutto il sistema bancario ha bisogno”.