Treni, +35% per abbonamenti AV. AACC: costi improponibili
Brutte notizie per gli abbonati Alta velocità: a partire dalla mezzanotte del 17-1-2017 i ventilati aumenti dei biglietti degli abbonamenti già prospettati da parte dell’Amministratrice di Trenitalia, Barbara Morgante nei primi giorni di ottobre 2016 sono diventati una dura realtà. L’aumento è di circa il 35%, con modalità diverse rispetto alla tipologia degli orari utilizzati. Un rincaro che peserà inevitabilmente su quanti usano l’Alta Velocità per raggiungere ogni giorno il luogo di lavoro. E infatti, la protesta da parte dei consumatori e delle associazioni non si è fatta attendere. Sono quattro le tipologie di abbonamenti che subiranno un incremento di prezzo: abbonamento AV valido tutti i giorni, per tutto il giorno; abbonamento AV valido tutti i giorni della settimana per treni in partenza nella fascia oraria 9- 17; abbonamento AV valido per viaggi dal lunedì al venerdì in tutte le fasce orarie; abbonamento AV valido per viaggi dal lunedì al venerdì per treni in partenza nella fascia oraria 9-17.
Giusto per avere un’idea dell’impatto economico sul portafoglio dei pendolari, facciamo qualche esempio prendendo in considerazione alcune delle tratte più battute da chi si muove per lavoro con l’Alta Velocità. A giugno 2015 gli abbonamenti della Torino-Milano erano già passati da 295 a 340 euro. Adesso quello stesso abbonamento di seconda classe valido per tutti i giorni passa a 459 euro, 119 euro e il 35% in più. Nel caso di abbonamento per ogni ora dal lunedì al venerdì, l’importo si ferma a 408 euro, 68 euro (e il 20%) in più. Per poter risparmiare occorre prendere l’abbonamento per la fascia oraria 9-17, quella che esclude l’ora di punta dei pendolari: 323 euro per l’intera settimana e 289 euro dal lunedì al venerdì.
Sulle altre tratte le variazioni di prezzo sono le seguenti: sulla Roma-Napoli si passa dai 356 euro del mese scorso ai 481 per l’orario completo per 7 giorni ai 427 dal lunedì al venerdì; sulla Bologna-Firenze dai 224 euro del mese scorso ai 302 per l’orario completo per 7 giorni ai 269 dal lunedì al venerdì; sulla Milano-Bologna dai 417 euro del mese scorso ai 563 per l’orario completo per 7 giorni ai 500 dal lunedì al venerdì; sulla Firenze-Roma dai 386 euro del mese scorso ai 521 per l’orario completo per 7 giorni ai 463 dal lunedì al venerdì; sulla Milano-Firenze dai 529 euro del mese scorso ai 714 per l’orario completo per 7 giorni ai 635 dal lunedì al venerdì; sulla Milano-Reggio Emilia dai 264 euro del mese scorso ai 356 per l’orario completo per 7 giorni ai 317 dal lunedì al venerdì; sulla Roma-Caserta dai 275 euro del mese scorso ai 371 per l’orario completo per 7 giorni ai 330 dal lunedì al venerdì.
La notizia dei rincari ha suscitato la decisa reazione delle associazioni dei consumatori, in particolare di Federconsumatori che spesso prende in carico le disavventure dei pendolari. “Dire che si mantengono gli abbonamenti, creando nel contempo condizioni tecniche ed economiche che vanno a colpire chi utilizza gli abbonamenti per lavoro, ha il sapore di una vera presa in giro”, affermano dall’associazione che in una nota aggiunge: “Leggere oggi alcune dichiarazioni “arrabbiate” su questi aumenti da parte di politici ci porta a ricordare che da mesi la Federconsumatori e il comitato nazionale pendolari hanno chiesto, senza nessun risultato, una audizione alla Commissione Trasporti del Senato, commissione che ha ascoltato tutti, fatta eccezione per chi rappresenta i viaggiatori”.
Visto il silenzio da parte delle istituzioni, Federconsumatori si farà promotrice di una iniziativa per la quale richiede la partecipazione dei politici al fine di esaminare le condizioni del trasporto, non solo sull’alta velocità, e trovare soluzioni che tutelino realmente chi viaggia.
Intanto, anche il Codacons annuncia battaglia e fa sapere che nella giornata di oggi ha provveduto a depositare un esposto all’Autorità garante della concorrenza in cui si chiede di aprire una inchiesta sui rincari abnormi decisi da Trenitalia. “Si tratta di aumenti che non appaiono in alcun modo giustificati e che daranno vita ad una vera e propria stangata per gli utenti”, afferma il presidente Carlo Rienzi. “Ai pendolari che ogni giorno utilizzano la linea viene chiesto uno sforzo economico enorme che rappresenta un danno materiale evidente. Per tale motivo faremo di tutto per bloccare tali rincari, ricorrendo alle dovute azioni legali”.
“Tutti siamo contro questo aumento imposto da Trenitalia, detentrice di un monopolio che pesa sulle tasche degli italiani”, commenta il presidente di Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo, che giudica gravissima la decisione di aumentare il costo sui treni per gli oltre 2mila pendolari campani in viaggio verso Roma e gli oltre 8 mila a livello nazionale. Inoltre, aggiunge il presidente, “grave è la decisione di eliminare la fermata Frecciargento proveniente da e per la Calabria. È un’ulteriore difficoltà per i cittadini del Mezzogiorno che dà un’immagine di un’Italia in difficoltà a due velocità”.
la cosa più preoccupante è che non esistono più gli abbonamenti per tratte miste: in pratica chi come me per venire a lavorare da Gallarate a Brescia deve prendere:
-un treno regionale
-un treno freccia rossa
-un treno freccia bianca
NON HA NESSUN ABBONAMENTO kilometrico
devo fare tre abbonamenti per ciascun treno con un aumento del 150% del prezzo.
Non solo non si possono più prenotare on line le frecce bianche ma solo agli sportelli delle stazioni con prenotazioni giornaliere facendo ogni volta la fila!!!! Il carnet prenotazione posto vale solo per un senso della tratta per cui facendo andata e ritorno Gallarate Brescia devo avere due distinti carnet di prenotazioni!!!!
Oltre a ciò ogni controllore si permette di trattarci come dei pezzenti a me personalmente mi hanno dato della “parassita”.
Così per tutta le tratte miste dove bisogna combinare più treni.