Grandi cambiamenti stanno per investire la sanità italiana. Il decreto “Sanità e sviluppo” presentato dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, che sarà discusso in Consiglio dei Ministri il prossimo venerdì, prevede diverse azioni: dagli studi medici aperti H 24, alla fine dell’intramoenia negli studi privati, dal taglio del prontuario farmaceutico (alcuni prodotti inutili e costosi saranno sostituiti dagli equivalenti) alla promozione di corretti stili di vita. Su quest’ultimo punto circola l’ipotesi di una tassa sulle bibite gassate e zuccherate e sui superalcolici.

Per le bibite gassate e zuccherate si parla di 7,16 euro per ogni 100 litri venduti, mentre sui superalcolici la tassa dovrebbe essere di 50 euro; il ricavato stimato è di 250 milioni di euro di risorse da destinare al fondo per le non autosufficienze. Questa ipotesi, però, desta più di una polemica.

Federconsumatori e Adusbef si dicono contrari a qualsiasi aumento di tassazione, soprattutto nel comparto alimentare che è già fortemente colpito dalla contrazione dei consumi. Tra Imu, accise e bolli vari e addizionali regionali, le famiglie italiane quest’anno sono state già colpite per oltre 1157 euro. “Già una cifra enorme che ha corroso fortemente il potere di acquisto. Si vuole peggiorare la situazione? – si chiedono le Associazioni – Sarebbe grave per le famiglie ed avrebbe ripercussioni gravi in una economia che già non gode di buona salute”.

“Se si devono reperire risorse si trovino dove vi sono e cioè nell’evasione fiscale, nei grandi patrimoni e naturalmente negli sprechi che ancora oggi caratterizzano la nostra società- dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef.

Secondo l’Aduc il Ministro Balduzzi “sta solo raschiando il fondo del barile per raccattare qualche soldo”; “che lo faccia il ministro dell’Economia è comprensibile ma che lo proponga quello della Salute ci sembra offensivo per la intelligenza dei cittadini”. Anche perché, conclude l’Aduc, i risultati salutistici sono tutti da verificare.

La Coldiretti rilancia e punta il dito contro la norma che permette alle bevande alla frutta di contenere solo il 12% di vero succo. Prima che finisca la legislatura la Coldiretti chiede che venga concluso l’iter del testo unificato recante ”Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta” all’esame del Parlamento per modificare la legge nazionale ormai datata (Legge n. 286 del 1961) per la quale le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse contengano appena il 12% di succo di agrumi, spesso all’insaputa dei consumatori. “Ogni punto percentuale di succo di arancia in più oltre al 12% corrisponderebbe – spiega la Coldiretti – all’utilizzo di 25 milioni di chili in più di arance pari a circa 560 ettari di agrumeto. Gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono stati nell’ultimo anno pari a circa 347 chili, con un calo di oltre 100 chili (-22%) rispetto a dieci anni fa. La riduzione nei consumi – conclude la Coldiretti – riguarda soprattutto le giovani generazioni con il 23% dei genitori che – secondo i dati del progetto “Okkio alla salute – dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura”.

Il Presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua, si è detto “esterrefatto per un blitz agostano del tutto inatteso, soprattutto considerando il dialogo aperto con il Ministero della Salute sulla diminuzione di zuccheri e grassi trans in numerosi prodotti”. Ferrua considera il provvedimento “particolarmente odioso”, poiché “va a colpire i consumi alimentari che più incidono sul portafoglio dei cittadini già in difficoltà per la crisi, e totalmente ingiustificato sotto il profilo della tutela della salute.


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