Gli edicolanti in crisi scendono in piazza oggi a Roma. C’è lo sviluppo dell’online che mette in crisi la carta. C’è la riduzione del prezzo dei periodici, che vengono più spesso venduti in abbinamento fra loro. E c’è un accordo nazionale, quello che regola i rapporti fra edicolanti ed editori, ormai scaduto da anni. Da qui la protesta degli edicolanti, che rivendicano il loro ruolo di “presidio importante per il pluralismo e il diritto all’informazione”, come spiega il Sinagi, il sindacato dei giornalai affiliato alla Cgil.

Le percentuali di remunerazione degli edicolanti sono ferme a più di 15 anni fa”, denunciano le sigle sindacali. Oggi dunque gli edicolanti aderenti a Sinagi, Snag e Usiagi terranno un presidio per rivendicare adeguate percentuali di remunerazione e sollecitare la Fieg, Federazione italiana editori giornali, a confrontarsi su una piattaforma che contiene una serie di proposte economiche ritenute essenziali per la rete di vendita.

La crisi dell’intero settore pesa, eccome. Come si legge su rassegna.it, “lo sviluppo delle piattaforme on line, la riduzione del prezzo medio dei periodici, il cut-price (due riviste al prezzo di una), la politica dei prezzi super scontati degli abbonamenti con sconti fino al 70 per cento, stanno causando il consistente abbattimento del guadagno per gli edicolanti”. A questo si aggiunge però l’inadeguatezza dell’accordo nazionale con gli editori.  “In questi anni hanno chiuso migliaia di edicole e le vendite dei quotidiani e periodici sono calate di oltre il 50 per cento, ma la Fieg rimane indifferente alla crisi della rete di vendita della stampa, che è e rimane un bene prezioso, un presidio importante per il pluralismo e il diritto all’informazione e anche una rete di prossimità con notevoli margini di sviluppo”, denuncia il Sinagi, il sindacato del giornalai affiliato a Slc Cgil.

Questa mattina dunque gli edicolanti sono in piazza. Dice Alberto, intervistato da Roma Radio Rete Edicole: “Ho toccato con mano le difficoltà. Le cose così non vanno. Cari editori, internet e gli abbonamenti non vi fanno ricchi. Aprite questo tavolo di trattative e veniamoci incontro con nuove idee”.

E se solo qualche giorno fa la Fieg ha diffuso una nota nella quale riconosce che gli edicolanti sono fondamentali per la diffusione della stampa (“Gli editori confermano e ribadiscono il loro impegno ad individuare ulteriori soluzioni per la rete di vendita, perché convinti della sua fondamentale ed insostituibile funzione per avvicinare i cittadini alla lettura dei giornali”) da Controlacrisi.org arriva un appello ai giornalisti perché “è arrivato il momento di maturare un cambio di punto di vista rispetto agli alleati possibili per salvare davvero l’informazione dal disastro totale”, scrive il direttore responsabile del sito Fabio Sebastiani. “La lotta degli edicolanti, con una richiesta economica che in fondo serve a salvare la rete dei punti vendita dalla debàcle totale, non è una lotta corporativa ma serve a creare le condizioni per una sterzata positiva del settore – scrive Sebastiani – Garantire la diffusività delle edicole vuol dire non solo aiutare il contesto territoriale ad uscire dalla desertificazione dei luoghi della socialità, ma creare le condizioni per una prospettiva più qualificata per la carta stampata, che rimane un veicolo decisivo per una informazione no-fake“.


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