Benzina, prezzi in calo, benzinai protestano: violata norma su transazioni gratuite
Continua il sali-scendi dei prezzi dei carburanti. Si allontanano le punte toccate qualche mese fa (i famosi 2 euro per un litro di benzina) a causa della discesa delle quotazioni internazionali, cominciata lo scorso fine settimana. Ma la calma è lontana: la protesta dei benzinai continua e si annunciano forti mobilitazioni contro le compagnie petrolifere, che non rispettano il verbale d’intesa firmato a luglio scorso, e contro le banche che continuano ad infrangere la norma sulla gratuità dei pagamenti elettronici.
Prezzi più o meno stabili; convenienti le no-logo. Dopo i ribassi applicati ieri da IP e Shell, questa mattina rispondono Eni, Q8, Tamoil e TotalErg. Il cane a sei zampe e la Q8 hanno abbassato di un cent il prezzo della benzina, mentre le altre due hanno tagliato entrambi i prodotti di 0,5 cent/litro. Le no-logo spingono di più verso il basso e si accentua il distacco con le petrolifere. Nel weekend l’andamento dei prezzi dovrebbe essere al ribasso. Intanto oggi il prezzo medio della benzina (in modalità “servito”) va dall’1,888 euro/litro di Esso ed Eni all’1,907 di Tamoil (no-logo a 1,768). Per il diesel si passa dall’1,794 euro/litro di Eni all’1,804 di Tamoil, con le no-logo ampiamente sotto a 1,700 e precisamente a 1,695. Il gpl infine è tra 0,827 euro/litro di Esso e 0,846 di TotalErg (no-logo a 0,808). Punte a 1,973 euro/litro per la “verde” e 1,842 per il diesel.
Tra la compagnia petrolifera e il consumatore c’è però una figura: quella del benzinaio che si sente sempre più schiacciato tra l’aumento dei costi (tassazione, margini delle compagnie e commissioni bancarie) e il pesante calo dei consumi. Avete mai provato a pagare con il bancomat il vostro rifornimento? Be’ ultimamente le facce dei benzinai, quando estrai la carta dal portafogli per pagare, diventano più che espressive nel senso che parlano da sole. E quello che dicono è: “ma come ti permetti a pagare con il bancomat?”
A me è successo oggi, e non solo, e il benzinaio mi ha anche intimato, per la prossima volta, di chiedere prima se “è possibile pagare con il bancomat”. Certo forse bisogna farlo, ma io sapevo che era possibile perché avevo fatto benzina lì già altre volte. Ma la questione è un’altra: non è leggermente contraddittorio che, in un momento in cui il Governo sta cercando di eliminare il contante dalla faccia della terra, non è possibile pagare con la carta quando si fa benzina? Molti distributori hanno già tolto il Pos, o non l’hanno mai avuto, e il mio benzinaio di fiducia (quello di oggi) mi ha detto che entro fine anno lo tolgono anche loro (e spero che mettano un cartello fuori!).
E’ ovvio, la colpa non è dei benzinai. Purtroppo dietro questa reticenza c’è una ragione puramente economica: le banche fanno pagare le commissioni sui pagamenti elettronici, nonostante ci sia una norma che prevede la gratuità delle transazioni fatte con carte presso gli impianti di distribuzione carburanti, per spese inferiori ai 100 euro. Tante volte è stata sollevata questa questione, tanto che ad aprile scorso era intervenuto direttamente il Presidente dell’Associazione banciaria italiana, Giuseppe Mussari, promettendo presto una soluzione.
Ma la soluzione non è stata ancora trovata e oltre alle commissioni bancarie, a schiacciare i benzinai sono gli aumenti degli oneri e dei costi di gestione, dovuti soprattutto al durissimo inasprimento del carico fiscale, e la pesante flessione dei consumi.
La protesta, quindi non si placa, anche perché dall’altro lato ci sono le compagnie petrolifere che privilegiano il rapporto con il singolo gestore, esasperando i trattamenti discriminatori ed individuali ed infrangendo quanto concordato nel “Verbale d’Intesa” sottoscritto lo scorso 27 luglio 2012 con il Ministro dello Sviluppo Economico, in cui si afferma la necessità di “assicurare, all’interno dello stesso marchio, al gestore condizioni eque e non discriminatorie per competere nel mercato di riferimento” e di “assicurare la salvaguardia del margine del gestore cosi come pattuito in sede dei singoli accordi di colore”.
In una nota congiunta Faib, Fegica e Figisc chiedono un intervento del Governo contro i comportamenti delle compagnie e chiedono di sciogliere il rapporto che lega meccanicamente, a sfavore del gestore, il margine ed il prezzo, per riportare al centro degli strumenti giuridici una figura ed un valore di remunerazione del servizio offerto. Si annunciano forme di forte mobilitazione della categoria, ad iniziare da una prima ed immediata azione di messa in mora del Governo sulla problematica della gratuità delle carte di pagamento che, ad un anno dall’entrata in vigore della norma, rimane a tutt’oggi disapplicata ed elusa dal sistema bancario.
di Antonella Giordano
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