Il risparmio, da sempre amico fidato degli italiani, si è assottigliato sotto i colpi della crisi. Ma negli ultimi mesi è tornato a crescere timidamente. Secondo la consueta indagine condotta da Acri ed Ipsos in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio (domani si celebra l’89esima), nel 2013 la percentuale di italiani che sono riusciti a risparmiare è cresciuta dal 28 al 29%, e le famiglie in saldo negativo sono scese dal 31 al 30%. Ma secondo 3 italiani su 4 per tornare ai livelli precrisi ci vogliano almeno 3-4 anni.
 
I morsi della crisi hanno ridotto gli acquisti d’impulso, contratto le scorte, e concentrato le spese voluttuarie a pochi momenti dell’anno. Con la crisi è crollata letteralmente la fiducia dei giovani: tra quelli che hanno tra i 18 e i 30 anni, gli ottimisti rispetto alla propria situazione personale sono scesi in un anno dal 24% al 4%.
Ma a vedere più nero sono anche i pensionati: fra gli over 65 anni, i pessimisti sono saliti di 6 punti (dal 21% al 27%). Il 45% degli italiani non vive tranquillo se non mette da parte dei risparmi (nel 2012 era il 47%), ma il 43% risparmia solo se questo non comporta troppe rinunce. Solo il 9% degli italiani (meno di uno su 10) preferisce godersi la vita senza pensare a risparmiare. Secondo l’indagine gli italiani sembrano aver trovato un assestamento nella crisi, anche se a prezzo di notevoli rinunce. Costanti al 40% sono invece le famiglie che consumano tutto quel che guadagnano, senza risparmiare ma al contempo senza intaccare i risparmi accumulati o ricorrendo a prestiti.
La percezione degli italiani riguardo alla propria capacità futura di risparmiare è più negativa della loro effettiva odierna capacità di risparmio. Le famiglie che si sentono in crisi di risparmio sono in lieve aumento: il 43% contro il 42% del 2012 e il 37% del 2011.
Sul fronte investimenti, resta alta la propensione per la liquidità (2 italiani su 3), mentre continua il crollo della preferenza del mattone come investimento ideale: dal 70% del 2006 al 29%, il dato più basso dal 2001. La preferenza per gli immobili scende ovunque nella penisola, ma è nel Sud e Isole che registra il calo più marcato, dal 37% al 28%. Crescono – raggiungendo il nuovo massimo storico del 34% – coloro che reputano questo il momento di investire negli strumenti ritenuti più sicuri (risparmio postale, obbligazioni e titoli di Stato), soprattutto nel Nord Ovest. Nel Nord Est, invece, aumenta la percentuale di cittadini attratti da strumenti finanziari più a rischio, passando dal 4% all’8%. Il numero complessivo degli amanti dei prodotti più a rischio rimane, però, a livello Paese sempre intorno al 5%.


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