Dopo quattro anni di lavoro, il Parlamento europeo ha votato le nuove norme sulla protezione dei dati personali che daranno maggiore protezione e controllo ai cittadini sulle loro informazioni personali. La riforma sostituirà l’attuale direttiva, datata 1995, quando Internet era ancora poco diffuso. L’aggiornamento è apparso necessario per andare i contro alle esigenze di un mondo digitalizzato fatto di smartphone, social media, internet banking e trasferimenti globali. “Il regolamento generale sulla protezione dei dati sensibili fa sì che un livello elevato e uniforme di protezione dei dati in tutta l’UE diventi realtà. È un grande successo per il Parlamento europeo e un “sì” forte dell’Europa ai diritti dei consumatori e alla concorrenza nell’era digitale. I cittadini potranno decidere autonomamente quali informazioni personali vogliono condividere”, ha commentato il tedesco Jan Philippe Albrecht (Verdi), che ha guidato la legislazione in Parlamento. “La regolamentazione farà anche chiarezza per le imprese, stabilendo un solo regolamento valido in tutta Europa. Le nuove norme danno maggiore fiducia, certezza legale e competizione leale”, ha aggiunto.
Quali sono dunque le principali novità introdotte dalla nuova normativa?
Innanzitutto il diritto all’oblio, ovvero “il diritto della persona a opporsi all’indicizzazione dei propri dati personali ad opera del motore di ricerca, qualora la diffusione di tali dati tramite quest’ultimo le arrechi pregiudizio” (Corte di Giustizia Europea).
Fondamentale poi la parte relativa al “consenso chiaro” per il trattamento dei dati personali: tutte le informazioni relative alle politiche di privacy dovranno perciò essere indicate con un linguaggio chiaro e semplice. Cittadini europei avranno il diritto di sapere se i propri dati personali sono stati violati (Hackering) e se sono stati trasmessi ad un altro titolare de trattamento. Più severe saranno anche le sanzioni previste per le imprese che violino tali disposizioni: fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo per le imprese che violano tali disposizioni.
Il pacchetto di protezione dati include anche una direttiva sui trasferimenti di dati a fini giudiziari e di polizia. Si applica ai trasferimenti di dati attraverso le frontiere all’interno dell’Unione europea e stabilisce, per la prima volta, norme minime per il trattamento dei dati a fini di polizia all’interno di ogni Stato membro. In questo modo, le norme aumenteranno il livello di protezione degli individui, vittime, criminali o testimoni, stabilendo diritti chiari e limitazioni al trasferimento dei dati personali a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali.
“Il problema principale per quanto riguarda gli attacchi terroristici e altri reati transnazionali è che le autorità di sicurezza degli Stati membri sono riluttanti a scambiarsi informazioni preziose”, ha detto la relatrice Marju Lauristin (S&D, ET). “Stabilendo standard europei per lo scambio di informazioni tra le autorità, la direttiva sulla protezione dei dati diventerà uno strumento potente e utile che aiuterà le autorità a trasferire dati personali in maniera semplice ed efficiente e, allo stesso tempo, rinforza il rispetto del diritto fondamentale alla privacy”.


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