Ci sono stati alcuni progressi, in particolare nella rimozione degli account falsi e nella limitazione della visibilità dei siti che fanno disinformazione. Bisogna però fare di più in vista delle elezioni europee di maggio, per garantire un’informazione trasparente. Così la Commissione europea ha valutato gli impegni presi dalle piattaforme online attraverso il Codice di condotta contro la disinformazione, firmato a ottobre 2018. Bene i passi fatti ma bisogna intensificare gli sforzi, chiede Bruxelles.

La Commissione europea ha pubblicato ieri le prime relazioni presentate dai firmatari del Codice di condotta contro la disinformazione. E mentre si rallegra dei progressi compiuti, chiede ai firmatari di intensificare gli sforzi in vista delle elezioni UE del 2019. La preoccupazione dunque è chiara: tutelare le prossime consultazioni dal rischio di disinformazione, fake news, manipolazione del dibattito pubblico. E così la Commissione europea ha varato un piano d’azione che prevede la creazione di un sistema di allarme rapido per segnalare minacce di disinformazione in tempo reale. In questo piano rientra anche il monitoraggio del codice di buone pratiche firmato qualche mese da dalle principali piattaforme, da Google a Facebook.

Google, Facebook, Twitter, Mozilla e le associazioni di categoria che rappresentano il settore pubblicitario hanno presentato le loro prime relazioni sulle misure che stanno adottando per conformarsi al Codice di condotta sulla disinformazione – dice una nota di Bruxelles –  Ci sono stati alcuni progressi, in particolare nella rimozione di account falsi e nella limitazione della visibilità dei siti che promuovono la disinformazione. Tuttavia, è necessaria un’azione supplementare per garantire la piena trasparenza degli annunci politici all’inizio della campagna per le elezioni europee in tutti gli Stati membri dell’UE, per consentire un accesso adeguato ai dati delle piattaforme a fini di ricerca e per garantire un’adeguata cooperazione tra le piattaforme e singoli Stati membri attraverso punti di contatto nel sistema di allarme rapido”.

Sostiene il vicepresidente per il mercato unico digitale Andrus Ansip: “I firmatari hanno preso provvedimenti, ad esempio offrendo alle persone nuovi modi per ottenere maggiori dettagli sulla fonte di una storia o di un annuncio. Ora devono assicurarsi che questi strumenti siano disponibili per tutti in tutta l’Ue, monitorarne l’efficienza e adattarsi continuamente ai nuovi mezzi utilizzati da chi diffonde disinformazione. Non c’è tempo da perdere.”

Quali sono i passi fatti dai big dell’online? Facebook ha adottato o sta prendendo misure per attuare gli impegni ma, dice la Ue, deve essere più chiaro su come implementerà gli strumenti di potenziamento dei consumatori e su come rafforzerà la collaborazione con i fact-checkers e la comunità di ricerca. Google invece ha adottato misure per migliorare lo scrutinio dei posizionamenti pubblicitari, la trasparenza della pubblicità politica, e per dare gli utenti informazioni e supporto nell’esperienza online: si tratta però di strumenti disponibili solo in pochi Stati e non su ampia scala europea. Twitter, dal canto suo, ha dato priorità ad azioni come la chiusura degli account contraffatti o sospetti e dei sistemi automatizzati o robotizzati. Servono però, dice la Commissione europea, più informazioni su come tutto questo impedirà a chi fa disinformazione di promuovere i propri tweet.

Per le prossime relazioni, dice Bruxelles, “la Commissione si aspetta che Google, Facebook, Twitter e Mozilla sviluppino un approccio più sistematico per consentire un monitoraggio e una valutazione adeguati e regolari, sulla base di dati appropriati sulle prestazioni”.

Le piattaforme online sono chiamate ora a fornire informazioni dettagliate alla Commissione, con un primo rapporto mensile che sarà pubblicato a febbraio e sarà seguito da rapporti simili ogni mese fino a maggio 2019. Questo, dice Bruxelles, “consentirà alla Commissione di verificare che siano in atto politiche efficaci con particolare pertinenza all’integrità dei processi elettorali prima delle elezioni europee“. Sostiene Mariya Gabriel, commissaria per l’economia e la società digitale: “I rapporti di oggi (ieri, ndr) si concentrano giustamente sulle azioni urgenti, come la rimozione degli account falsi. È un buon inizio. Ora mi aspetto che i firmatari intensifichino il monitoraggio e la segnalazione e aumentino la loro cooperazione con i fact-checkers e la comunità di ricerca. Dobbiamo garantire ai nostri cittadini l’accesso a informazioni di qualità e obiettive che consentano loro di compiere scelte informate“.

 

Notizia pubblicata il 30/01/2019 ore 17.37


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