Crolli nelle scuole, 56 nell’ultimo anno. Cittadinanzattiva: “Emergenza continua” (Foto Pixabay)

Il dirigente vede le crepe sul soffitto e fa sgomberare l’aula scolastica. Così le cronache raccontano l’ennesima tragedia sfiorata in una scuola interessata da un crollo, un caso recentissimo avvenuto nei giorni scorsi nella scuola primaria Marco Polo di Palese, quartiere di Bari. E con questo sono 56 gli episodi di crolli nelle scuole d’Italia nel solo anno scolastico che sta per concludersi.

La scuola viene giù

Nelle scuole italiane, quasi la metà costruite prima del 1976, cadono parti di soffitto, un ventilatore, la trave di una classe, solai, soffitti e controsoffitti, porzioni di intonaco fonoassorbente, porte del bagno, finestroni, alberi nei dintorni. E ci sono infiltrazioni d’acqua. È una lunga impressionante lista di tragedie sfiorate per miracolo e tanta paura quella che emerge dal conteggio pubblicato online da Cittadinanzattiva.

Parte da settembre 2023, arriva al 29 maggio 2024 (l’intero anno scolastico) e conta in tutto 56 crolli, cedimenti e distacchi nelle scuole nell’anno scolastico 2023-2024.

A settembre Cittadinanzattiva aveva denunciato, proprio all’inizio dell’anno scolastico, che nell’anno precedente (2022/2023) aveva contato 61 episodi di distacchi di intonaco o crolli nelle scuole, un record perché non si era mai raggiunto quel numero da quando l’associazione ha avviato il “censimento” dei crolli e degli incidenti che investono gli edifici scolastici attraverso la rassegna stampa locale.

Crolli nelle scuole, emergenza che perdura

I crolli nelle scuole, spiega la coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva Adriana Bizzarri, sono «una emergenza che perdura, con numeri costanti e che continuiamo a monitorare anche con un nostro contatore web».

Spiega Bizzarri: “Quanto avvenuto ieri (29 maggio, ndr) nella scuola pugliese dove il preside docente, alla vista di crepe sospette sul soffitto, ha fatto spostare gli alunni, ci ricorda quanto sia importante vigilare sulla sicurezza delle scuole, anche osservando e segnalando episodi e elementi che possono essere un indicatore di rischio, come appunto le crepe nel soffitto. Ma la vigilanza non basta. Continuiamo da anni a chiedere che ci siano finanziamenti strutturali e duraturi che consentano di intervenire per la messa in sicurezza di un patrimonio edilizio scolastico che, quasi in un caso su due, risale a prima del 1976».

Cittadinanzattiva spiega poi che a parte il PNRR che ancora deve dare i suoi frutti, negli ultimi anni i fondi per la messa in sicurezza delle scuole non sono stati adeguatamente rifinanziati mentre le casse degli enti locali “sono sempre più povere, anche solo per effettuare gli interventi di manutenzione ordinaria, o per le indispensabili indagini diagnostiche di soffitti e solai”.

Nel frattempo, nel rapporto sulla scuola presentato a settembre 2023, emerge che in Italia gli edifici scolastici costruiti prima del 1976 sono il 47%; solo l’11% è progettato secondo la normativa antisismica e solo sul 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico.

Un terzo dei docenti e dirigenti intervistati da Cittadinanzattiva ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola. Secondo il personale scolastico, gran parte degli edifici presenta tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e crepe (23%).


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