Sono passati due anni dall’approvazione della legge sulle unioni civili. correva infatti il mese di maggio del 2016, quando la tanto attesa (e discussa) “Legge Cirinnà” (dal nome della sua relatrice, la senatrice Monica Cirinnà) ha finalmente passato l’esame di Camera e Senato per segnare definitivamente un passo avanti fondamentale nella storia dei diritti delle coppie omosessuali in Italia. Il carico di novità che la legge ha introdotto è stato sicuramente rilevante.

Tanto per cominciare, i partner dell’unione civile possono essere riconosciuti come veri e propri coniugi con tutti i diritti e doveri in caso di malattia e ricovero e perfino in caso di morte. In questa circostanza, inoltre, il partner superstite ha diritto alla pensione di reversibilità, al Tfr dell’altro e anche all’eredità. Stesso discorso sotto il profilo economico: alle coppie unite civilmente si applicherà il regime della comunione dei beni, sempre che non optino espressamente per la separazione dei beni.

Nel suo complesso, la legge piace: secondo un sondaggio condotto dal portale Gay.it, il gradimento più elevato si ha per gli effetti che la legge ha prodotto sulla società nella quale si percepisce una maggiore apertura e accettazione verso le coppie gay (65%).

Nonostante questo, sono tante le coppie gay che hanno avuto o avrebbero problemi a celebrare la loro unione nelle città dove vivono: il 16% lo ha fatto pur avendo dovuto affrontare problemi con la propria famiglia e un 19% sarebbe costretto a cambiare prima città. Un segnale, questo, del persistere di un pesante gap relativo all’inclusione e all’apertura ai diritti tra aree geografiche e comunità più aperte e progressiste e quelle più arretrate.

Proseguendo nel sondaggio, il 57% degli intervistati del sondaggio ritengono che il testo sia incompleto, ma è comunque un inizio per ottenere maggiori diritti. Il 20% lo vede solo come un provvedimento minimo realizzato sotto la pressione europea. Per il 12% degli utenti è una sorta di “contentino”. Il testo chiuderebbe definitivamente la strada ad altre riforme simili. Solo il10% considera la legge positiva.

Cosa aggiungere quindi alla legge per migliorarla ulteriormente? La maggioranza degli intervistati sostiene la necessità di sostituirlo con il matrimonio egualitario (54%) che scavalcherebbe le unioni civili. Il 36% invece la migliorerebbe con la possibilità di adottare un bambino (non è qui considerata la stepchild adoption). L’obbligo di fedeltà dovrebbe essere aggiunto per il 10% degli utenti.


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