TopNews. #HCGoesToBrussels. Consumer Summit 2018: è tempo di New Deal
Giornata intensa ieri a Bruxelles, ricca di interventi e spunti di riflessione e discussione che si sono avvicendati durante il corso del Consumer Summit 2018, organizzato dal Comitato economico e sociale europeo a conclusione dei Dialoghi europei. Al centro della discussione, il New Deal per i consumatori, ovvero creare un mercato unico equo per consumatori e imprese.
Dal 1987, l’Unione europea ha sempre applicato norme molto rigorose per la protezione dei consumatori e la politica europea dei consumatori ha apportato benefici concreti attraverso importanti atti legislativi che disciplinano i diritti dei passeggeri, i diritti dei consumatori, le pratiche commerciali sleali e le clausole contrattuali abusive. Ciò ha assicurato sia ai cittadini sia alle imprese europei un livello elevato di protezione e di certezza, ma il mercato sta cambiando rapidamente.
Nel corso del tempo il mercato si è evoluto fino ad arrivare ad oggi, con Internet e l’e-commerce che hanno sconvolto radicalmente i vecchi parametri di riferimento e tutela delle relazioni d’acquisto.
Come fare allora a garantire ai consumatori gli stessi diritti sia quando acquistano in un negozio fisico o in uno shop online o una piattaforma internet?
“In un mondo in cui i big players raccolgono sempre più potere e quote di mercato, è evidente che bisogna essere certi che essi non siano al di sopra delle leggi e che non imbroglino i consumatori. È per questo motivo che ho deciso di proporre il New Deal for Consumers”, spiega nel suo intervento Vera Jourovà, Commissaria europea per la Giustizia, i Consumatori e le Pari Opportunità.
“Il mercato unico così come lo abbiamo sempre conosciuto sta cambiando e lo sta facendo in fretta”, ha ribadito il Presidente del CESE, Luca Jahier, sottolineando che “questo vuole dire che i consumatori, perché siano realmente rafforzati, hanno bisogno di conoscere i loro diritti e anche le loro responsabilità nei confronti dell’ambiente che li circonda: ciò che adesso gli appaga e ciò che probabilmente verrà lasciato alle generazioni future. Il New Deal è nuovo oggi, ma sicuramente impatterà anche sui consumatori di domani”.
Quando si parla di “sostenibilità”, “obsolescenza programmata” e “diritti dei consumatori” nell’economia digitale, “il CESE sosterrà la strada da percorrere per un maggiore empowerment dei consumatori, per un mercato competitivo e un sistema di norme che tuteleranno i cittadini europei nel futuro”, conclude il presidente Jahier.
Il diritto di recesso, gli eventuali rimborsi e risarcimenti, la trasparenza nei contratti dell’e-commerce, la possibilità di azioni collettive rapide a costi ridotti, sono temi molto importanti per chi rappresenta i consumatori. Gli oneri amministrativi con i costi conseguenti, la certezza giuridica, gli abusi delle richieste di rimborso dopo aver usato prodotti acquistati, il timore che le azioni collettive diventino “class action” americane sono alcune delle preoccupazioni delle aziende.
“Per i consumatori è irrinunciabile soprattutto un principio: qualsiasi modernizzazione, migliore applicazione, armonizzazione della legislazione sul consumo non può abbassare i livelli di tutela dei consumatori, frutto di decenni di lotta in tutti i Paesi europei e a livello comunitario”, afferma Antonio Longo, membro del CESE e relatore del parere sull’argomento largamente approvato del Comitato a settembre.
“Il CESE ha avuto un ruolo importante in questa battaglia per un mercato efficiente e trasparente, con i vari pareri sulle varie proposte della Commissione o per iniziativa dei consiglieri. La protezione di consumatori e il rafforzamento della loro fiducia nel mercato unico sono elementi fondamentali per il successo dell’economia europea, dello sviluppo e del progresso sociale e culturale, del successo della stessa costruzione dell’Europa”.
La battaglia non è ancora finita e il Comitato è piuttosto insoddisfatto su diverse proposte fatte dalla Commissione nell’ambito del New Deal. “Soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di azioni collettive, che facilitino la tutela dei diritti nei casi che coinvolgono migliaia o centinaia di migliaia di consumatori (vd caso Volkswagen)”, specifica Longo.
Le armi del diritto e della lobby dei cittadini sono pronte.
@ELeoparco
Notizia pubblicata il 29/11/2018 ore 17.21
