Piano lupo, le Regioni cominciano a smarcarsi. Si mobilita anche Lupo Alberto
Si è mobilitato anche Lupo Alberto, con una vignetta speciale del suo disegnatore Silver diffusa dal WWF, che alla domanda “Licenza di uccidere il lupo?” risponde: “Certo che NO! Ma siamo matti?!”. In 500 mila hanno raccolto l’appello in difesa dei lupi lanciato dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa) e sono arrivate quasi a 200 mila le firme alla petizione “Salva il lupo” lanciata su change.org. Nel frattempo, qualcosa si muove fra le Regioni, che stanno manifestando perplessità nei confronti del “Piano lupo” che domani dovrebbe arrivare in Conferenza Stato-Regioni.
Nel Piano per la conservazione del lupo c’è infatti una misura che sta sollevando un’ondata di protesta da parte di associazioni ambientaliste e animaliste, perché prevede la possibilità di attuare abbattimenti controllati dei lupi. La misura in questione prevede infatti, se non avranno effetto altri interventi volti a limitare i danni per gli allevatori, un abbattimento controllato di un numero di lupi non superiore al 5% del numero complessivo in Italia, previo un piano regionale approvato dal Ministero dell’Ambiente. Le associazioni ambientaliste e animaliste stanno protestando e promettono una mobilitazione social per domani, perché denunciano che tutto questo non farà che alimentare il bracconaggio. Nel frattempo “qualcosa nelle Regioni si muove per la tutela del lupo”, segnala il WWF: c’è la perplessità del Lazio che già aveva votato contro il piano alla Commissione in sede tecnica, si sono espresse in senso contrario la Puglia e l’Abruzzo, mentre dubbi montano in Liguria, che ha chiesto un approfondimento alla Commissione agricoltura del consiglio regionale, e in Piemonte, dove il Consiglio regionale a larga maggioranza aveva approvato un ordine del giorno in cui impegna la Giunta a votare contro il Piano qualora preveda abbattimenti.
Il WWF ha inviato un appello ai presidenti delle Regioni perché non apprivino il piano nella Conferenza Stato-Regioni. Sebbene sia urgente per il WWF emanare un Piano capace di attuare tutte le misure preventive a difesa delle attività sul territorio e finora disattese dal Piano precedente (approvato nel lontano 2002), quella “contenuta nel testo attuale è una pericolosa forzatura dei dati, delle esperienze e della legislazione vigente che fa prevalere le pressioni di alcune categorie economiche sul volere della maggioranza dei cittadini e sui principi di tutela nazionali e comunitari“, afferma l’associazione lanciando la campagna #soslupo, cui è arrivata la speciale adesione di Lupo Alberto. Per il WWF la Conferenza Stato-Regioni è ancora in tempo per cancellare dal Piano la possibilità dell’abbattimento legale del lupo, rafforzando invece le altre azioni previste dal Piano. L’associazione punta il dito contro le deroghe che legalizzerebbero l’uccisione dei lupi, specie già colpita pesantemente ogni anno dal bracconaggio: “la licenza di sparare ai lupi non solo è inutile ma anche dannosa perché non risolve, ma può peggiorare il problema dei danni alla zootecnia con il rischio di legittimare il diffuso bracconaggio sulla specie – afferma il WWF – Non esiste bibliografia scientifica che dimostri che gli abbattimenti legali servono a ridurre i danni e i conflitti: al contrario gli studi disponibili dimostrano che le tecniche di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate e cani da guardia) sono la soluzione più efficace per garantire la convivenza della zootecnia con la presenza del lupo”.
“Ridurre le tutele del lupo, autorizzando un “prelievo” del 5% alle Regioni, che “motiveranno” in qualche modo la necessità di ricorrere alle fucilate, è inaccettabile da un punto di vista scientifico, etico e legale – rincara la dose l’Enpa – Tra l’altro, questa misura finirebbe per alimentare anche il bracconaggio, che ogni anno già uccide moltissimi esemplari”.
“Sul lupo si gioca una sfida che va oltre la specie”, dice a sua volta Legambiente, che in vista della Conferenza Stato-Regioni sul Piano lupo chiede al Ministro e ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome che “venga stralciata la parte relativa alla deroga degli abbattimenti e si approvi la parte restante del piano, soprattutto quelle sulle misure di mitigazione e riduzione del danno, che consideriamo fondamentali – dichiara la presidente di Legambiente Rossella Muroni – È poi importante garantire al tempo stesso adeguate risorse per realizzare tutte le misure previste a supporto degli allevatori e finalizzate alla difesa attiva di mandrie e greggi e per portare avanti politiche attive di contrasto del randagismo canino, condizioni entrambe essenziali per poter arrivare in tempi rapidi all’approvazione del Piano di conservazione del lupo. Ma in questa partita le Regioni, non si tirino indietro, non si nascondano dietro un alibi e mettano in primo piano davvero la tutela e la gestione del lupo, potenziando e rendendo finalmente efficace l’attività di contrasto al bracconaggio”.