Ha raggiunto il milione di firme l’Iniziativa dei cittadini europei sul glifosato. Ci sono voluti solo cinque mesi per raccogliere le adesioni alla petizione, lanciata da una vasta coalizione di associazioni che chiede di mettere al bando il glifosato – discusso erbicida classificato come “probabilmente cancerogeno”. Fra le richieste c’è inoltre quella di riformare il processo di approvazione dei pesticidi e di fissare obiettivi vincolanti per ridurne l’uso nell’Unione europea. Gli organizzatori dell’Iniziativa chiedono alla Commissione europea di rispettare le richieste dei firmatari rifiutando una nuova autorizzazione per il glifosato.

La petizione rimarrà aperta a nuove firme e tutte insieme saranno consegnate alle istituzioni all’inizio di luglio. La Commissione dovrebbe presentare una proposta di rinnovo dell’autorizzazione del glifosato in autunno.

“I nostri politici devono ascoltare questo messaggio in modo forte e chiaro: devono proteggere i cittadini e l’ambiente proibendo questo pericoloso diserbante e metterci sulla strada verso un futuro senza pesticidi”: queste le parole di David Schwartz, uno dei coordinatori dell’ICE.

La Commissione europea di recente ha annunciato  la sua intenzione di rinnovare la licenza di glifosato dell’UE per altri dieci anni. Una proposta formale dovrebbe arrivare in vista della  discussione con rappresentati dei governi Ue che si svolgerà il 19 e 20 luglio e i governi dell’UE saranno invitati a votare su questa proposta dopo l’estate. Sulla base dell’esito, la Commissione prenderà una decisione definitiva entro la fine dell’anno in cui scade l’attuale licenza concessa al glifosato nell’UE. Le firme dell’Iniziativa verranno presentate all’inizio di luglio per chiedere alla Commissione di rispondere formalmente prima che venga presa una decisione finale su una nuova licenza da dare al glifosato.

Questi dunque i prossimi passaggi formali legati al futuro di questo potente erbicida, al centro del dibattito pubblico e di valutazioni contrastanti da parte delle stesse istituzioni. Nel 2015 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha infatti classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”, mentre l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha valutato che non vi siano sufficienti prove scientifiche che attestino un legame col cancro. Oggetto della discussione, e delle denunce da parte di associazioni ambientaliste e delle società civile, è però anche la reale indipendenza degli studi che vengono usati come base per le valutazioni scientifiche sul glifosato. Le associazioni che fanno parte della Coalizione chiedono da tempo che gli studi vengano fatti nel rispetto dell’indipendenza della ricerca e che non siano influenzati dalle multinazionali.

 

Notizia pubblicata il 16/06/2017 ore 16.55


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