Energia, SEN: Italia fuori da carbone nel 2025. Ambientalisti: puntare su rinnovabili
Italia via dal carbone entro il 2015: è questo l’obiettivo fissato dal Governo con la Strategia Energetica Nazionale (SEN). Grazie alla SEN, l’Italia dovrebbe riuscire a colmare il gap di prezzo dell’energia allineandosi ai livelli europei, mentre sul piano della sicurezza si punta a migliorare la flessibilità del sistema. Fondamentale risulta poi il vantaggio ambientale che porterebbe il Paese a superare gli obiettivi europei fissati per il 2030 dalla COP21 e dalla Road Map 2050.
La Strategia Energetica Nazionale prevede l’utilizzo di fonti rinnovabili ed una maggiore efficienza per ridurre la dipendenza dall’estero; investimenti sulle reti per maggiore flessibilità, adeguatezza e resilienza; mercati integrati con l’Europa per l’energia e i servizi; mercato della capacità per garantire l’adeguatezza nel sistema elettrico; gestione più efficiente dei flussi e punte di domanda gas variabili; diversificazione delle fonti e rotte di approvvigionamento del gas per motivi geopolitici e per l’aumento concorrenza.
Gli investimenti in fonti rinnovabili e efficienza energetica previste dalla SEN costituiscono oltre l’80% e contribuiscono in modo diretto ad incrementare la sostenibilità ambientale del sistema energetico. Si tratta di settori ad elevato impatto occupazionale ed innovazione tecnologica, nonché potenziali driver di politica industriale.
L’aver fissato il phase out dal carbone come “obiettivo politico” rappresenta “un importantissimo passo avanti verso un più ampio processo di decarbonizzazione, assolutamente indispensabile, secondo la comunità scientifica internazionale, per tentare di contrastare i più gravi effetti dei cambiamenti climatici in atto”, dichiara il WWF.
Altro aspetto certamente positivo della SEN, è rappresentato dall’aver accolto l’obiettivo 55% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030, che costituisce un punto imprescindibile non solo verso la decarbonizzazione ma anche verso una maggiore sicurezza negli approvvigionamenti energetici visto che le fonti di energia rinnovabile (FER) non devono dipendere da importazione esterne.
Non convince invece il fatto di continuare a puntare sul gas, intendendo erroneamente questo combustibile come adeguato a un serio processo di decarbonizzazione. Secondo il WWF, “oggi occorre puntare direttamente sulle fonti rinnovabili, sull’efficienza e sul risparmio energetico, su sistemi di accumulo efficienti, sulle smart grid, su un massiccio riassetto nel sistema dei trasporti. Disperdere risorse su tecnologie “non definitive” rappresenta solo un spreco di denaro e di tempo che il pianeta, come è ormai evidente a tutti, non può permettersi”.
Dello stesso avviso è anche il direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio: “La buona notizia è che in Italia non ci sarà più carbone a partire dal 2025 ed è positivo il fatto che sia stato rivisto al rialzo, anche se non abbastanza, l’obiettivo sulle rinnovabili elettriche. Ma non possiamo pensare di sostituire il carbone con il gas naturale”.
Altro nodo da sciogliere, per l’associazione ambientalista, riguarda il tema della mobilità sul quale si attende “la definizione di strumenti chiari, non solo in sostegno alle auto elettriche, ma anche in favore di mobilità alternativa e condivisa”.
Legambiente mette in evidenza come il nostro Paese disponga oggi finalmente di un obiettivo energetico al 2030 che va, però, accompagnato da politiche che spingano davvero le rinnovabili. “Servono scelte coraggiose per rilanciare questi interventi, a partire dalla Legge di Bilancio, dopo anni in cui la produzione da rinnovabili ha smesso di crescere in Italia”. “Anche a livello europeo”, conclude Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legamabiente, “ci aspettiamo che l’Italia non si metta di traverso, come troppo spesso è avvenuto, rispetto alla scelta di introdurre target più ambiziosi a livello europeo nel pacchetto Energia e Clima al 2030”.
