Emissioni veicoli, Parlamento UE vota per aumentare i limiti
Il Parlamento Ue ha votato per aumentare i limiti alle emissioni dei veicoli: l’Aula ha respinto la risoluzione con cui la commissione ambiente chiedeva al Parlamento di porre il veto al progetto della Commissione europea che istituisce la procedura per i test sulle emissioni degli autoveicoli in condizioni reali di guida (RDE). Si scatenano gli ambientalisti. “Scandalosa decisione, invece di introdurre regole più severe si fa il gioco dell’industria dell’automobile” commenta Green Italia. “Scelta che va deliberatamente contro ambiente e salute” tuona Legambiente.
Secondo la Commissione europea, l’aumento temporaneo dei limiti, oggetto dell’obiezione votata oggi, è giustificato dalla necessità di considerare i dubbi tecnici relativi all’uso dei nuovi dispositivi portatili di misurazione delle emissioni (PEMS), così come i limiti tecnici per il miglioramento – nel breve termine – della performance, in condizioni reali di guida, del rilevamento delle emissioni per le autovetture a diesel attualmente prodotte.
Il voto di oggi spiana la strada alla Commissione per l’attuazione del secondo pacchetto RDE, approvato il 28 ottobre 2015 alla commissione tecnica per i veicoli (composta di esperti nazionali), che mira a stabilire requisiti quantitativi all’interno della procedura RDE, al fine di limitare le emissioni dei tubi di scarico dei veicoli passeggeri e commerciali leggeri (Euro 6).
I requisiti proposti saranno introdotti in due fasi:
- nella prima fase, i produttori delle autovetture dovranno ridurre il divario a un “fattore di conformità” di massimo 2,1 (110%) per i nuovi modelli entro settembre 2017 (e per i nuovi veicoli entro settembre 2019),
- nella seconda fase, il divario dovrebbe essere ridotto fino a un fattore di 1,5 (50%), considerando i margini di errore tecnici, entro gennaio 2020 per tutti i nuovi modelli (ed entro gennaio 2021 per tutte le nuove macchine). Un fattore di conformità per il numero di particelle (PN) deve ancora essere definito.
“Scandalosa decisione all’Europarlamento: aumentato il livello delle emissioni degli ossidi di azoto del 110% rispetto alle attuali soglie – commenta Green Italia – Si tratta di una decisione gravissima e assurda, anche rispetto a quanto accaduto nei mesi scorsi con la vicenda Dieselgate-Volkswagen. Invece di introdurre regole più severe e restrittive la maggioranza degli europarlamentari ha fatto il gioco dell’industria dell’automobile, con buona pace della salute dei cittadini che dovranno subire livelli di inquinamento dei centri urbani sempre più alti e pericolosi. Anche molti europarlamentari italiani hanno deciso di innalzare le quantità di PM10 e NOX da far inalare ai cittadini”.
“Quello che è avvenuto oggi a Bruxelles – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – è veramente assurdo e grave, è una scelta che va deliberatamente contro l’ambiente e la salute dei cittadini ed è solo a favore delle lobby automobilistiche. Mentre gli Stati Uniti diffidano e comminano multe alle case automobilistiche che non rispettano le regole, l’Europa invece dimostra di non aver imparato nulla dalle lezione Dieselgate-Volkswagen e di non vedere l’emergenza smog che attanaglia tante città europee, autorizzando il raddoppio dei limiti delle emissioni dei veicoli. È evidente che si ragiona in termini di condoni: come i condoni edilizi premiano i furbi che si costruiscono le case senza autorizzazione, così prevedere un raddoppio dei limiti delle emissioni per gli ossidi di azoto (NOx) dei veicoli a diesel, che ora passeranno da 80 mg/Km ad oltre 160 mg/Km fino al 2021, significa premiare i furbi a discapito dell’innovazione e della qualità sulle quali le case automobilistiche dovrebbero puntare. Per contrastare l’inquinamento atmosferico – conclude Ciafani – servono anche limiti delle emissioni più stringenti, controlli pubblici più efficaci per evitare che i furbi la facciano franca, e una corretta e completa informazione su inquinamento e consumi”.
Pubblicate i nomi e i partiti che hanno votato contro e pro cosí ne possiamo tenere conto alla prossime elezioni