L’obiettivo condiviso è che il prossimo Parlamento “faccia la differenza in tema di politiche alimentari”. Mentre si avvicinano le elezioni sembrano moltiplicarsi i richiami ai contenuti e non solo agli scontri delle sigle politiche: così, dopo la campagna “Cambiamo la finanza per cambiare l’Italia” lanciata ieri da Banca Etica, oggi a sollecitare idee e proposte è Slow Food Italia che non presenta – spiega in una nota – né un’agenda né un programma elettorale, ma una serie di idee per riaccendere l’attenzione su temi che rischiano di rimanere fuori dal dibattito elettorale, come la salvaguardia del territorio, la difesa della legalità nella produzione di cibo, la tutela dell’acqua, l’opposizione agli organismi geneticamente modificati.
Spiega Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia: “Sono questi i problemi con cui ci confrontiamo tutti i giorni e di cui, a nostro avviso, è necessario discutere. Quando parliamo di politiche alimentari intendiamo misure e azioni condivise che coinvolgano ambiente, agricoltura, educazione, salute, giustizia e beni culturali, senza confini tra le diverse discipline”.
Un unico fil rouge, dunque, lega quelle che per l’Associazione sono oggi vere e proprie scelte di campo, che riguardano nell’ordine salvaguardia del territorio e recupero del suolo agricolo abbandonato, con uno stop alla cementificazione e con la connessa riduzione del rischio idrogeologico; la difesa della legalità nei sistemi di produzione del cibo, lottando contro il caporalato, l’ingerenza della criminalità organizzata e le contraffazioni; il sostegno a una Politica Agricola Comune (PAC) più attenta alla sostenibilità ambientale, che fornisca aiuti concreti ai giovani agricoltori e disponga di finanziamenti per la ricerca e l’innovazione. A questi temi si aggiungono inoltre il “no definitivo” alla possibilità di coltivazioni geneticamente modificate in Italia, liberando tutta la filiera dalla presenza di Ogm, la tutela delle risorse idriche del nostro Paese, l’adozione di precise scelte strategiche e formative che facilitino l’accesso delle nuove generazioni alla terra e la protezione della biodiversità. Aggiunge Burdese: “Siamo noi elettori che dobbiamo farci ascoltare dai candidati, non viceversa. Facciamo in modo che prendano in considerazione le nostre richieste e chiediamo loro di attuarle concretamente. Chiediamo ai soci e in generale ai cittadini che hanno a cuore il futuro del cibo di qualità di condividere con noi le loro proposte: insieme possiamo fare in modo che il prossimo Parlamento faccia la differenza in tema di politiche alimentari”.


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