Pomodori Pomì solo dal Nord: polemica sulla pubblicità
E’ polemica sulla pubblicità della Pomì: una mappa dell’Italia e un pomodoro messo al centro della Pianura Padana, sormontato dalla scritta “Solo da qui. Solo Pomì”. L’azienda spiega sul proprio profilo Facebook che “I recenti scandali di carattere etico/ambientale che coinvolgo produttori ed operatori nel mondo dell’industria conserviera stanno muovendo l’opinione pubblica, generando disorientamento nei consumatori verso questa categoria merceologica. Il Consorzio Casalasco del Pomodoro e il brand Pomì sono da sempre contrari e totalmente estranei a pratiche simili, privilegiando una comunicazione chiara e diretta con il consumatore. Per questo motivo l’azienda comunicherà sui principali quotidiani nazionali e locali, ribadendo i suoi valori e la sua posizione in questa vicenda. Si tratta di un atto dovuto non soltanto nei confronti dei consumatori, ma anche nel rispetto delle aziende agricole socie, del personale dipendente e di tutti gli stakeholders che da sempre collaborano per ottenere la massima qualità nel rispetto delle persone e dell’ambiente”.
Ma la pubblicità – che rimanda ai recenti scandali sull’inquinamento della Terra dei Fuochi in Campania – ha scatenato le proteste online fra gli utenti della Rete, che si dividono fra coloro che sostengono l’azienda e coloro che invece invitano al boicottaggio dei prodotti Pomì. Gli utenti online si dividono insomma fra sostenitori e contestatori della campagna pubblicitaria, dei pomodori usati e della produzione agricola nazionale e locale. Alcuni ricordano come il materiale tossico che ha inquinato la Campania provenga in gran parte dal Nord Italia. L’azienda ieri ha pubblicato un post nel quale spiega che il messaggio è stato fatto “a tutela dei consumatori, rispettando il lavoro delle nostre aziende agricole e del personale dipendente che garantiscono l’origine del nostro pomodoro. Qualità del lavoro e rispetto dell’ambiente sono i nostri valori per i quali da sempre investiamo”.
La polemica è però arrivata fino al Ministero delle politiche agricole. Afferma infatti in una nota stampa il Ministro Nunzia De Girolamo: “Prima qualcuno ha tentato di chiedersi se il pomodoro sia di destra o di sinistra. Adesso c’è addirittura la distinzione ‘etnica’ fra pomodori: mi sembra che il buon senso sia messo in secondo piano rispetto alla gravità dei problemi del Paese. Sconcerta, tuttavia, che una primaria azienda abbia sentito la necessità di specificare non solo che il suo pomodoro è italiano, ma che proviene da determinate regioni, quelle settentrionali. Il made in Italy – spiega il Ministro – è unico e indivisibile e se qualcuno pensa di andare sui mercati internazionali con un’identità di provincia appartiene a un mondo che non esiste più. I prodotti italiani tutti sono sicuramente i più controllati, è di oggi la notizia, diffusa da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola che le produzioni agricole del nostro Paese hanno residui chimici 5 volte inferiori alla media europea. L’emergenza della terra dei fuochi per la quale tutto il governo e le amministrazioni locali si sono finalmente mobilitate non può essere in alcun modo strumentalizzata. Dopo anni di indifferenza lo Stato si sta occupando con rigore della questione. Forse quell’azienda non s’è resa conto del gravissimo danno arrecato a migliaia di produttori onesti che tra mille difficoltà lottano ogni giorno per garantire un prodotto sano e d’eccellenza. Scusarsi con i lavoratori prima e con i consumatori dopo non solo sarebbe consigliabile, ma anche doveroso”.
Quando fa comodo si dice che si “strumentalizzano” le informazioni come quelle relative alle “terre dei fuochi” della Campania ma allora cosa dobbiamo fare?Se è vero,come è vero,che l’ortofrutta in Campania è inquinata da terreni inquinati anche da materiali inquinanti provenienti dal nord,invece di dare la caccia a chi ha permesso questo tipo di traffico,il ministro dell’agricoltura si lamenta perché Pomi pubblicizza i propri prodotti? Ognuno vanta la qualità dei propri prodotti e,se non sono inquinati rispetto a quelli della Campania,il consumatore ha la possibilità di scelta.Inoltre sempre il ministro delle politiche agricole cosa sta facendo per impedire che la salsa di pomodoro proveniente dalla Cina dopo essere stato manipolato e inscatolato in Italia possa fregiarsi del Made in Italy pertanto il Governo si dia da fare per impedire che il consumatore venga TRUFFATO con la tacita intesa dello Stato-Produttori.
Bravo Nino…informare i consumatori non è reato anche se il ministro non sembra d’accordo…
perchè stavolta non va bene la pubblicità?
non si specifica abitualmente che la mozzarella di bufala è campana? e i san marzano? e le arance di sicilia?e la pasta di gragnano, o di fara san martino? le mele della val di non? l’uva di bari? sarebbe sempre da incentivare la chiarezza sulla filiera! non capisco le polemiche e le proteste!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!