Sarà lanciata domani, a Bruxelles, l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Eat ORIGINal! Smaschera il tuo cibo” in cui si invita la Commissione europea a imporre la dichiarazione obbligatoria d’origine per tutti i prodotti alimentari al fine di impedire le frodi, tutelare la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione. Per saperne di più abbiamo parlato con Carmelo Troccoli, responsabile di Campagna Amica Coldiretti, tra i promotori dell’iniziativa.

EatORIGINal è stata registrata lo scorso 19 settembre ed è promossa da nove organizzazioni: dalla Coldiretti alla Fnsea francese, dalla Ocu spagnola alla polacca Solidarnosc, dalla Upa iberica a Slow Food, dalla greca Gaia a Campagna amica, dalla Fondazione Univerde alla svedese Green protein. Domani sarà presentata presso sede della Regione Lombardia nell’Unione Europea a Bruxelles insieme al primo bilancio degli allarmi alimentari scoppiati nel 2018.

Dottor Troccoli, a che punto è la raccolta firme?
A partire dal 20 di ottobre abbiamo avviato la raccolta firme e al momento in Italia abbiamo superato le 30mila sottoscrizioni (servono un milione di firme in 12 mesi in almeno 7 paesi membri, ndr). Stiamo svolgendo una importante attività tra i giovani e sia nelle piazze che nei mercati di Campagna amica L’iniziativa è volta a spingere la Commissione Europea a prendere in considerazione un regolamento comunitario che renda obbligatoria l’indicazione in origine di tutti i prodotti agricoli.

Al momento ci sono in vigore in Italia alcune normative nazionali, ad esempio per il latte e prodotti derivati, per grano, per il riso, la pasta e la passata di pomodoro. Si tratta di successi raggiunti grazie all’iniziativa della Coldiretti Ma ci sono ancora dei settori non regolamentati.

Il prossimo aprile 2020 entrerà in vigore il Regolamento UE 2018/775 (>50%) che prevede una indicazione di origine solo per l’ingrediente primario, con una serie di deroghe. Quale è la novità della vostra iniziativa?

Rispetto a questo regolamento, la nostra proposta è quella di rendere obbligatorio in etichetta l’origine del prodotto agricolo. Quello che chiediamo a Bruxelles è quello che chiedono i cittadini europei e soprattutto gli italiani che in una recente consultazione governativa si sono schierati chiaramente a favore della trasparenza in etichetta.

Quale la reazione dell’industria agroalimentare?
Una parte dell’industria italiana ha già preso la strada di un percorso trasparente. Un’altra parte non condivide questo approccio.

Prevista dal trattato di Lisbona come strumento per consentire ai cittadini di influire sul programma di lavoro della Commissione, l’Iniziativa dei Cittadini Europei è stata istituita nell’aprile del 2012. Una volta registrata ufficialmente, l’iniziativa dei cittadini europei consentirà a un milione di cittadini provenienti da almeno un quarto degli Stati membri dell’UE di invitare la Commissione europea a proporre atti giuridici nei settori di sua competenza. Qui le altre iniziative per le quali è al momento in corso la raccolta di firme. 


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