consumatori

Le condizioni dei consumatori europei sono migliorate nella maggior parte degli Stati. Persistono però le pratiche commerciali sleali e rimane un gap nel commercio elettronico, che cresce ma è ancora a livello domestico. La conoscenza dei diritti dei consumatori è molto scarsa. È quanto emerge dal Quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo pubblicata in occasione del Vertice europeo dei consumatori.
Dopo aver adottato l’Agenda del Consumatore europeo, la Commissione Ue fa dunque il punto sulle Condizioni dei consumatori sul piano nazionale. L’edizione di primavera, resa nota oggi, indica che nel 2011, per il secondo anno consecutivo dopo l’autunno del 2009, si registrano miglioramenti in diversi paesi europei. Le condizioni dei consumatori sono misurate in base, fra l’altro, alla fiducia nelle autorità, nei dettaglianti e nelle organizzazioni dei consumatori, nella sicurezza dei prodotti, nell’efficacia della risoluzione delle controversie nonché in base alla loro soddisfazione in relazione al disbrigo dei reclami. Il Quadro di valutazione – basato essenzialmente su indagini relative ai consumatori e ai dettaglianti, su dati Eurostat e sulle informazioni fornite dagli Stati – indica che i consumatori ancora non possono fare acquisti transfrontalieri con la stessa facilità di quanto fanno nel loro paese, trovandosi così penalizzati sia sul piano delle scelte che dei risparmi potenziali, mentre l’agevolazione degli acquisti transfrontalieri potrebbe portare a un guadagno pari a 204 miliardi di euro all’anno.
L’indagine evidenzia l’esistenza di progressi nelle condizioni offerte ai consumatori sul piano nazionale. Nel 2011 le condizioni per i consumatori sono migliorate per il secondo anno consecutivo dopo l’autunno del 2009. In particolare, i consumatori fruiscono di condizioni migliori in Lussemburgo, Regno Unito, Danimarca, Austria, Irlanda, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Francia e Svezia, tutti Stati che si situano al di sopra della media UE.
A fronte di questo dato positivo, rimane però un gap nel commercio elettronico: nonostante continui a crescere, l’e-commerce rimane infatti sostanzialmente domestico e non coglie le potenzialità della dimensione transfrontaliera, in termini di scelta più ampia e possibilità di risparmio. Secondo la Commissione europea, invece, si devono incentivare gli sforzi per valorizzare appieno i vantaggi di un vero e proprio mercato unico digitale, anche perché il commercio elettronico transfrontaliero risulta altrettanto affidabile di quello domestico. In tutto questo, evidenzia l’Europa, un ruolo chiave potrebbe esser svolto da un’informazione più efficace proveniente dalle strutture di consulenza transfrontaliera, dalla rete delle autorità nazionale di tutela e dai Centri europei consumatori che forniscono aiuto e consulenza gratuiti ai consumatori che fanno i loro acquisti nel mercato unico.
Il panorama evidenzia un altro elemento negativo: la scarsa conoscenza dei diritti dei consumatori. Molti consumatori semplicemente non conoscono i loro diritti. Soltanto il 12% dei rispondenti in tutta l’Ue è stato in grado di rispondere a domande sui loro diritti in quanto consumatori in relazione alle garanzie, ai periodi di ripensamento e all’atteggiamento da tenere se ricevono prodotti che non hanno mai ordinato. Molte imprese non erano a conoscenza degli obblighi legali nei confronti dei consumatori. E soltanto il 27% dei dettaglianti sapeva di quanto tempo dispongono i consumatori per restituire i prodotti difettosi.
Altro elemento problematico è dato dalla persistenza delle pratiche commerciali sleali. Dal 2010 un numero crescente di consumatori e dettaglianti europei si è imbattuto in pubblicità e offerte ingannevoli o addirittura fraudolente, ed è aumentato anche il numero di chi ha ricevuto prodotti che non aveva mai ordinato. “La Commissione – informa la nota della Ue – esaminerà il modo per intensificare l’applicazione della normativa in modo da rafforzare la fiducia dei consumatori nelle transazioni transfrontaliere. Questo aspetto sarà enunciato in una relazione da presentarsi nel 2012 sull’attuazione della direttiva relativa alle pratiche commerciali sleali”.
“Sollecito i decisori politici nazionali e le parti interessate ad avvalersi dei risultati del Quadro di valutazione per costituire un contesto consumeristico qualitativamente valido nell’interesse dei consumatori – ha commentato John Dalli, Commissario responsabile per la salute e i consumatori – Soltanto i consumatori che conoscono i loro diritti e sanno come farli valere possono sfruttare appieno le potenzialità del mercato unico al fine di incentivare l’innovazione e la crescita. È essenziale pertanto creare le condizioni opportune per valorizzare tale potenzialità nell’interesse dell’economia europea, dei consumatori e delle aziende.”


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