Agcom, Calabrò: “Il futuro è adesso, investire su banda larga”
Internet ha stravolto il mondo dei media e lo ha fatto in soli 7 anni. L’era del web 2.0 ha portato ad un incredibile boom dei social network, diventati ormai il luogo in cui si leggono i giornali, si fanno acquisti, si cerca lavoro. Negli ultimi 7 anni sono raddoppiate le connessioni fisse a banda larga per famiglie e imprese e il numero di chi accede ad Internet in mobilità è 16 volte superiore. Ragazzi e adulti vogliono il mondo racchiuso nel palmo di una mano (cellulare o tablet che sia) . La vera sfida? Coglierne le potenzialità.
E’ questo in sintesi il messaggio lanciato da Corrado Calabrò, Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, durante la conferenza stampa tenutasi oggi a Roma in cui ha presentato il bilancio dei 7 anni del suo mandato (2005-2011). Il settore italiano delle telecomunicazioni è, oggi, ricchissimo di prodotti e servizi ed è caratterizzato da una forte dinamica concorrenziale e mobilità degli utenti. Siamo il Paese con il maggior numero, in Europa, di telefoni cellulari: abbiamo oltre una sim e mezza a testa, in media, con una percentuale di penetrazione del 154%.
Nelle reti mobili il traffico dati ha superato il tradizionale traffico voce, grazie alle tecnologie 3G e alla forte diffusione di smartphone e tablet. A fine 2011 erano 6,1 milioni le chiavette USB attive in Italia: abbiamo il dato più alto , in Europa, di penetrazione di queste chiavette che costituiscono il 20% delle connessioni (contro una media UE del 18%).
Un settore in pieno fermento, quindi, che nello stesso tempo è stato l’unico settore ad avere in questi anni difficili una tendenza anti-inflattiva: i prezzi sono diminuiti del 33% negli ultimi 15 anni, del 15% tra il 2005 e il 2010, a fronte di un aumento generale del costo della vita del 31%.
“Se pensiamo agli aumenti di acqua, energia, trasporti, quella delle tlc è una controtendenza molto vistosa – ha sottolineato Calabrò – Il settore, anche in questi anni di stagnazione dell’economia italiana, ha tenuto ed è fiorente perché è in forte espansione. Ma c’è un però: non ha seminato per il futuro”. Il futuro per il Presidente dell’Agcom vuol dire alta velocità trasmissiva, quindi banda larga.
Con il mobile che ha avuto una crescita esponenziale, e il continuo sviluppo di altri servizi, senza le reti di nuova generazione si rischia degli sbalzi. “E’ apprezzabile il fatto che gli operatori mobili abbiamo acquistato le frequenze all’asta per 4 miliardi di euro, ma non si può prescindere dalla fibra nella rete fissa e dal backhauling dalle centrali radio. Senza questi investimenti lo sviluppo del Paese finisce su binari morti e questo sarebbe particolarmente grave perché l’economia di internet è il settore che maggiormente può contribuire allo sviluppo e quindi alla ripresa ed uscita da questa spirale depressiva – ha aggiunto Corrado Calabrò – Come ha giustamente detto la Commissaria Europea Neelie Kroes, questo è il futuro, ma è un futuro da affrontare oggi non domani perché sarebbe troppo tardi. Se noi non adeguiamo le nostre reti sarebbe come restare con le ferrovie a scartamento ridotto quando in tutta Europa c’è la Tav”.
In poche parole la rete fissa è satura e quella mobile rischia ricorrenti crisi asmatiche; dal 2006 Calabrò auspica la realizzazione di una grande infrastruttura. L’Italia è, infatti, ben sotto la media europea per numero di connessioni a banda larga e per l’e-commerce: soltanto il 4% delle nostre piccole e medie imprese vendono i loro prodotti online, contro una media europea del 12%. “Nel Regno Unito l’economia della rete pesa per il 7% sul Pil complessivo del Paese; da noi soltanto il 2% – ha aggiunto Calabrò – Ogni 10 punti di sviluppo della banda larga mobile comportano un punto e mezzo di sviluppo del Pil. Quale altro settore può dare una spallata a un sistema imballato come il nostro e quello europeo?”
Dunque il problema delle reti di nuova generazione non è più rinviabile: bisogna agire subito e non in mancanza di regole. Queste, però, devono venire dall’Europa che deve premiare l’innovazione e gli investimenti senza comprimere la competizione. L’obiettivo principale deve essere quello di sviluppare un ecosistema digitale con reti a banda larga e ultra larga. Per ora l’agenda digitale dell’Europa 2013-2020 ha una visione ancora un po’ impacciata.
Rispetto al panorama televisivo si aspetta come andrà l’asta che sostituirà il beauty contest che ridefinirà lo spettro delle frequenze: per ora la TV ha subito i cambiamenti del auspicati dall’Autorità, ma resta sempre una finestra sul cortile di casa nostra. E cioè una grande Tv locale, con un esagerato interesse per i fatti di cronaca nera e la tendenza a trasformare i processi giudiziari in processi mediatici. Certo dal 2009 è finito il duopolio Rai-Mediaset. Al suo posto c’è la tripartizione Rai-Mediaset-Sky Italia, almeno dal punto di vista delle risorse. Negli ultimi 7 anni il numero di famiglie che ricevono il segnale televisivo in digitale è decuplicato: sono 22 milioni le famiglie dotate di ricevitori digitali terrestri e 8 milioni quelle abbonate a servizi pay-tv. Entro la fine del 2012 in tutta Italia la Tv sarà digitale. Ma nei contenuti il divario con le migliori tv straniere resta sia per la ricchezza dell’informazione sia per l’approfondimento dei temi trattati.
Tornando all’Autorità, in questi 7 anni ha irrogato oltre 2,2 milioni di euro di sanzioni (nessun provvedimento è stato annullato dal Tar). I provvedimenti assunti sulle tariffe di terminazione mobile, che sono state ridotte ben 13 volte, hanno determinato un risparmio di circa 4,5 miliardi di euro per i consumatori italiani.
In questo contesto è fondamentale che l’Autorità resti indipendente e “l’unica competente a deliberare le regole del mercato, perché le regole devono essere endogene al mercato, non esogene. Anche perché – ha concluso Calabrò – se ogni Governo stabilisce delle regole secondo le tendenze della maggioranza politica, queste sarebbero diverse da un Governo all’altro, mentre il mercato unico ha bisogno di regole comuni all’Europa. Vedremo se l’Agcom potrà definire e raggiungere i risultati auspicati”.
Per ora la realtà è che i commissari dell’Agcom passano da 4 a 8 e tra meno di due settimane dovranno essere nominati quelli nuovi. Sulla cosa si sta scatenando una battaglia politica e molto probabilmente i curricula dei candidati verrano pubblicati in rete, nell’ottica della trasparenza. Su questo punto si sono detti favorevoli sia Calabrò che il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, presente alla conferenza stampa: “Per il rinnovo dei vertici dell’Autorità per le comunicazioni, e in generale per le nomine nella Pubblica Amministrazione, si sta valutando l’introduzione di criteri di trasparenza e meritocrazia. Per il nuovo collegio dell’autorità ”quando ci sarà da comunicare lo faremo’ – ha detto Passera sottolineando il “bisogno di trasparenza, meritocrazia e meccanismi che permettano di mettere le persone più adeguate per gli incarichi”.
di Antonella Giordano
> Gli italiani, ragazzi e adulti, vogliono il mondo racchiuso in un
> telefonino o tablet, nel palmo di una mano.
Ma quanta ipocrisia in questa frase
sono capaci tutti ad educare imponendo obbligatorio l’uso di una tecnologia superflua
Quei italiani saranno anche dominati dalla tecnologia ma la colpa più grave è di chi è dominato solo e soltanto dal profitto.
Non si va avanti molto ragionando così del resto decenni fa in usa usavano il black berry pe rlo più con le e-mail qui l’unica cosa che sanno fare coi cell è mandarsi gli sms e ora mms.
Troppa differenza di mentalità e infatti noi le tav non le abbiamo mai avute perché puntavano su aeroporti…
Chi avrà il coraggio di dire a questi meritevoli che le leucemie infantili sono in aumento a forza di abbassare frequenze e aumentare ripetitori sempre più potenti?
Da un governo di mostri che ignora l’importanza a livello internazionale di una dichiarazione di guerra da parte dell’india (perchè in base alla costituzione rapire un militare in servizio armato è dichiarazione di guerra), cosa ti puoi aspettare, solo fuffa e facezie basate sulla incapacità più assoluta di gestire cose e persone. Agcom e pirateria informatica forse, sti professori, non sanno nemmeno cosa significhino!!