“Abbiamo chiesto a Coca Cola di rimanere sul nostro mercato e l’azienda ci ha assicurato che intende farlo e che intende continuare a comprare in Italia tutte le arance che sono necessarie alla produzione dei soft drinks che vengono commercializzati dall’impresa in Italia. La multinazionale non lascia Rosarno e i produttori della Piana di Gioia Tauro, anzi, ho appreso con soddisfazione che ci sarà, in futuro, un incremento nell’acquisto di succhi concentrati dalla Calabria e dalla Sicilia”. E’ quanto ha confermato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, che ieri  ha incontrato una delegazione della Coca Cola Company mentre a Rosarno scendevano in piazza centinaia di coltivatori di arance.
Asso-Consum ritiene necessario coinvolgere nel confronto anche le associazioni che rappresentano i consumatori perché si tratta di una questione che riguarda anche e soprattutto i consumatori: “Se da una parte infatti è giusto che gli agricoltori ricavino equi guadagni dai loro prodotti, anche i potenziali acquirenti hanno il diritto di comprare un prodotto che non sia stato realizzato attraverso pratiche illegali o comunque di sfruttamento. Inoltre c’è il tasto dolente della percentuale di succo di arancia presente nella bibita, che secondo Coldiretti viene indicata sulle confezioni in quantità superiori a quella reale”.
“E’ necessario che la produzione delle arance a Rosarno venga sottoposta ad un monitoraggio costante e rigoroso, per evitare le pratiche di sfruttamento dei lavoratori, soprattutto immigrati, che faticano quotidianamente nei campi per paghe irrisorie. Altrettanto importanti sono i controlli sui prodotti in cui queste stesse arance vengono utilizzate: la percentuale di succo di frutta indicata sulla confezione deve assolutamente corrispondere a quella realmente presente nel prodotto, in risposta ad una elementare regola di trasparenza nei confronti dei consumatori”, spiega Maria Ruggirello, Segretario Generale Asso-Consum.
 


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