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“La parola chiave del 2011 è stata repressione. La libertà d’informazione non è mai stata così tanto associata alla democrazia”. È quanto afferma Reporter Senza Frontiere in occasione della pubblicazione della classifica mondiale della libertà di stampa. L’Italia si piazza male: è solo al 61° posto.
Prendendo in considerazione solo i paesi europei, l’Italia è decine di posti dietro Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi, saldamente in testa alla classifica mondiale; è dietro Austria, Islanda, Lussemburgo, Svizzera, tutti presenti nei primi dieci posti della classifica; dietro Germania (18° posto), Polonia (24°) Regno Unito (28°), Francia (38°) e Spagna (39°), e ancora dietro Romania (49°) e Bosnia Erzegovina (59°).
Il 61° posto in cui si trova l’Italia sconta la mancanza di volontà politica nell’affrontare le violazioni della libertà dei media e il peso lasciato dal precedente Governo. Scrive infatti Reporter Senza Frontiere:  “L’Italia, che ha ancora circa una dozzina di giornalisti sotto protezione, con le dimissioni di Silvio Berlusconi ha da poco voltato pagina dopo molti anni di conflitto d’interesse. Ciò nonostante il basso posizionamento in classifica porta ancora i segni del vecchio governo, soprattutto per il nuovo tentativo di introdurre una “legge bavaglio” e per l’intenzione di filtrare arbitrariamente i contenuti delle Rete. Entrambe le proposte, in extremis, sono state abbandonate”.
La classifica generale di quest’anno contiene molti cambiamenti che riflettono soprattutto gli eventi del mondo arabo, spiega Reporter Senza frontiere. “Molti mezzi d’informazione hanno pagato a caro prezzo la loro copertura mediatica delle aspirazioni democratiche o dei movimenti di opposizione – evidenzia il rapporto – Il controllo delle notizie e delle informazioni continua a rappresentare una sfida per i governi e a essere motivo di sopravvivenza per i regimi repressivi e totalitari. L’anno appena trascorso ha anche messo in luce il ruolo fondamentale giocato dagli internauti nel produrre e diffondere le notizie”.


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