farmaci

Procurato allarme, falso ideologico e diffamazione. Sono queste le accuse che il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, l’Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane, La Federazione Esercizi Farmaceutici e il Forum Nazionale Parafarmacie rivolgono al Presidente della FOFI Andrea Mandelli,  al Presidente della Federfarma Annarosa Racca e al Presidente Federfarma Lazio Franco Caprino. Al centro della disputa, che approderà alle vie legali, è un testo pubblicato a pagamento da Federfarma su alcuni quotidiani nazionali nel quale si ritiene si una “follia liberalizzare i farmaci di fascia C”.
”Siamo veramente  che il ‘salvataggio dell’Italia’ debba passare anche attraverso la liberalizzazione dei farmaci di fascia C?. Noi riteniamo che cedere alle regole di mercato e portare questi farmaci fuori dalle farmacie comportera’ non solo un aumento, potenzialmente pericoloso, dei consumi, ma anche un drastico ridimensionamento di quel ‘sistema farmacia’ che attualmente e’ considerato il migliore in Europa per la sua efficienza e capillarita’, come da sempre ci hanno riconosciuto i cittadini italiani” si legge nel testo firmato da Federfarma Lazio.
Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, l’Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane, la Federazione Esercizi Farmaceutici e il Forum Nazionale Parafarmacie contestano questo e altri passaggi del testo: secondo le Associazioni quello a cui stiamo assistendo è l’esempio eclatante di cosa significa vivere in una società dominata dalle corporazioni, dove chi tocca solo parzialmente interessi consolidati è attaccato con menzogne al limite della legalità. Altro che sacrifici. Secondo le Associazioni che appoggiano la liberalizzazione dei farmaci di fascia C “e’ falso che con essa verrebbero diminuiti gli standard qualitativi, al contrario, il confronto delle capacità spingerebbe anche le farmacie a migliorare l’offerta così come è accaduto dopo la liberalizzazione dei farmaci d’automedicazione; è falso che i livelli di sicurezza si abbasserebbero, le parafarmacie hanno regole sulla conservazione dei farmaci, sulla tracciabilità, sulla dispensazione e sulla farmacovigilanza uguali a quelli delle farmacie e il personale laureato compie lo stesso percorso di studio di quello che opera in farmacia. Nessun aumento di consumi e d’incidenti avversi si è registrato dopo la liberalizzazione dei farmaci da banco; e’ falso che con il provvedimento del governo chiuderanno le farmacie ubicate nei piccoli comuni, nessuna farmacia è fallita sino ad ora. Ricordiamo che non ci sono parafarmacie in questi comuni per evidenti ragioni di mercato.  Ne tanto meno sono confrontabili i fatturati di queste piccole farmacie con quelli delle parafarmacie anche domani con la fascia C liberalizzata”.
Al contrario secondo Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, l’Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane, la Federazione Esercizi Farmaceutici e il Forum Nazionale Parafarmacie “è vero che nelle farmacie c’è un vero e proprio sfruttamento del personale laureato con stipendi ben al di sotto degli standard europei, a fronte di un reddito medio dei titolari di farmacia di 126 mila euro/anno, secondi dopo i notai ma prima dei medici; è vero che con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C aumenterebbe la concorrenza, il risparmio dei cittadini, creati nuovi posti di lavoro, nuovi investimenti e nuove aziende”.
Tra l’altro la posizione delle associazioni delle parafarmacie è condivisa anche dall’Aifa il cui direttore , Luca Pani, nel corso dell’audizione in Commissione Bilancio della Camera ha detto che  “con la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, l’Italia fa da precursore in Europa e dunque dobbiamo prenderci l’onore e la responsabilità di questa scelta.” Pani ha quindi aggiunto che “L’allargamento del mercato dei farmaci introdotto dalla manovra non deve andare a discapito della salute dei cittadini”. Ha poi aggiunto che “Ci sono dei punti critici sia dal punto di vista dell’attenzione che va messa nel dispensare i farmaci, sia da quello della farmacovigilanza, visto che per la normativa europea sarà necessaria la tracciabilità’”.
Dal canto loro anche le Associazioni dei Consumatori si sono schierate a favore della liberalizzazione: “Siamo stufi di essere presi in giro dalla corporazione dei farmacisti che valuta i consumatori solo come utili idioti da costringere ad acquistare farmaci solo da loro…. altrimenti si fanno male” sostiene l’Aduc mentre ilMovimento Difesa del Cittadino definisce “inaccettabile l’attacco di Federfarma, senza risparmio di mezzi finanziari, alla misura prevista dal Governo di liberalizzare (sia pure solo parzialmente) la vendita dei farmaci di fascia C,”.  L’Associazione respinge come assolutamente infondata questa previsione, che configura un vero e proprio “procurato allarme” e un “falso ideologico” e affiancherà azioni di denuncia anche penale. Federfarma tace invece sui vantaggi che hanno procurato ai cittadini i primi provvedimenti di liberalizzazione dei farmaci avviate a suo tempo dal ministro Bersani, con l’apertura delle parafarmacie e dei corner nella grande distribuzione, che hanno portato ad un abbassamento dei costi per circa il 20% e alla creazione di oltre 5.000 posti di lavoro per giovani farmacisti.
“Per tornare a far crescere il Paese non ci sono altre vie, e i dati incontrovertibili sulla liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta medica non dispensati in regime di S.S.N. (fascia C) rappresentano il limpido esempio di cosa si può ottenere con riforme che guardano solo all’interesse generale: è necessario abbandonare logiche protezionistiche e agire sulle leve “intelligenti” della concorrenza per dare nuove speranze ai giovani” sostiene, infine, Federconsumatori.


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6 thoughts on “Liberalizzazione farmaci C, è scontro

  1. sono una farmacista che lavora in una parafarmacia, con coscienza e dedizione, e sono indignata di essere rappresentata da simili bastardi che ci ritengono uguali agli altri farmacisti solo quando dobbiamo pagare le tasse. Vergognatevi!

  2. Sono strettamente collegato al mondo delle farmacie da diverso tempo pur non essendo farmacista. Ai parafarmacisti (anomalia italiana comunque… un parafornaio non l’ho mai visto) consiglierei di battersi per l’abbassamento del quorum, giusto ed in parte ottenuto, per il passaggio di questi farmaci di fasci c IN parafarmacia, e non lottare contro le farmacie (che comunque hanno alla base un discorso economico di impianto diverso : perchè un giovane che si è riempito di debiti per investire in una farmacia, dovrebbe vedere il suo investimento valutato come quello di una para che ha speso un decimo…).
    Lottare con le farmacie ha poco senso, lottate comunque affinchè il farmaco non finisca nei mini-market (o nelle coop, stranamente interessatissime più delle altre catene) , perche se questo accade, unico caso al mondo, i primi a chiudere saranno….indovinate chi? (dati alla mano, e penso di averli, le parafarmacie rimaste in vita non sono tante rispetto a quelle aperte): riuscireste a far concorrenza all’ipercoop? Secondo me dovreste trovare un punto di incontro come associazoni..
    Arrivederci
    P.S. premetto che non sono politicamente di destra, ma vivendo il settore e leggendo la lettera del pd che si sollazza del risultato ottenuto rimango allibito : quanto elettorato portano le parafarmacie… lo 0,00002 % ? è ovvio che mirano alle coop e vi usano come “para”…. dai su..

  3. In realtà la cancellazione della liberalizzazione della fascia c sotto i 15000 abitanti è stata voluta dalla grande distribuzione eh eh eh ,infatti gli ipermercati non possono aprire sotto i 15000 abitanti!Ecco la prima deriva commerciale ancor prima che passi il decreto…pensa te dopo!!!
    Ma ancora non avete capito come funziona stà storia?
    Meditate gente meditate…

  4. Se avvenisse la liberalizzazione della fascia C, i parafarmacisti che con i loro grandi sforzi si sono aperti la loro piccola attività, purtroppo, saranno i primi ad essere spazzati via dalla GDO. Resisteranno ancora un po’ le farmacie, ma poi chi potrà far concorrenza alle logiche di mercato della Grande Distribuzione Organizzata? Loro hanno un team di scienziati che studia tutto il giorno le tattiche di mercato per ”ingannare” il cliente, tagliano i prezzi su una prodotto, alzandoli su un’altro, tutto per ottenere maggiore profitto. Vi immaginate se questo avvenisse anche per i farmaci che casino ci sarebbe? credete che così l’occupazione e la qualità del lavoro dei farmacisti crescerebbe, o diminuirebbe? ( basti pensare ai turni delle povere cassiere della GDO sfruttate al massimo) Per avere un esempio di quello che potrebbe succedere basta una visita negli USA. Lì le farmacie non esistono più perchè ogni ipermercato ha il suo farmacista dietro un vetro, che quando vai a fare la spesa ti da anche i farmaci. Non esistono le farmacie perchè non ce la fanno economicamente. Figuriamoci le piccole parafarmacie. Premetto che sono di sinistra, e sono un dipendente direttore di farmacia. Ma devo dire a malincuore che qui il PD ci sta prendendo in giro sostendo questa norma!! sotto ci sono le COOP e la moglie di Bersani che è direttrice delle farmacie della COOP! Figuratevi se gliene frega qualcosa dei poveri giovani parafarmacisti..

  5. lavoro come agente di commercio per uno dei principali distributori italiani del famaco, dico solo che se veramente non ci potranno più essere condizioni commerciali diverse fra farmacie, para e gdo allora il mio lavoro non servirà più e l’azienda potrà tranquillamente fare a meno di me e dei miei colleghi… ma scusate…ma è giusto secondo voi che chi compra 1000 venga trattato come chi compra 100? ma dai…

Parliamone ;-)

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